“L’area di piana alluvionale – spiegano gli ideatori del progetto – occupa un settore molto esteso dell’abitato della Capitale. Inoltre buona parte dei siti di interesse architettonico e archeologico si trovano sui depositi del Tevere e dei suoi affluenti. Anche importanti infrastrutture, tra cui ampi tratti delle linee di metropolitana esistenti e di prossima realizzazione, interessano la piana alluvionale. E’ noto infatti che zone di piana alluvionale costituiscono i settori del territorio urbano ove possono più facilmente manifestarsi sia cedimenti delle strutture, sia sensibili amplificazioni del moto sismico, da qui la necessità e l’interesse ad approfondire gli studi ad oggi disponibili. In tale ottica avere una cognizione più approfondita del sottosuolo garantisce una maggiore efficacia negli interventi di prevenzione del rischio idrogeologico e di mitigazione dei suoi effetti”.
Il gruppo di lavoro ha raggiunto risultati rilevanti in campo tecnologico e scientifico, mediante attività innovative nel campo geotecnico, arrivando a definire metodologie operative e procedure finalizzate alla realizzazione di un nuovo modello integrato di sottosuolo.
“Questi risultati – proseguono gli organizzatori – saranno presentati ad amministratori pubblici, tecnici e professionisti coinvolti nella pianificazione urbanistica e nella progettazione di opere e di infrastrutture nel corso di un evento che si svolgerà venerdì 20 dicembre presso l’Area di Ricerca RM1 del Cnr in Via Salaria km 29,300 a Monterotondo Stazione”.
La giornata di presentazione del progetto di ricerca si aprirà alle ore 9,30 e si concluderà alle ore 13. L’ingresso è libero.
Monterotondo – Nasce “Tiber”, un nuovo modello integrato per il sottosuolo
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