Guidonia – Sul carrozzone Atac sale tutto il Nordest

Ogni giorno esce un nome nuovo. Un parente, un amministratore di qualche paesino della provincia, un portaborse di qualche pezzo grosso promosso all’interno dell’azienda. La lista degli 854 assunti negli ultimi due anni dentro al “carrozzone” Atac è sempre piùdefinita e sempre di più si delinea un sistema da prima repubblica.
Mentre a Roma si vagliano i nomi più noti ed eclatanti, anche a Nordest spunta fuori una lista di amministratori pubblici, parenti e collaboratori. 
Certo non ci sono le cubiste come Giulia Pellegrino o gli estremisti neri come Francesco Bianco e Gianluca Ponzio. Eppure si contano decine di persone assunte provenienti da Guidonia Montecelio e dai comuni limitrofi. “Il feudo dei Bertucci” si legge sui giornali nazionali e non. Bertucci Adalberto che è stato amministratore delegato di Atac da gennaio fino a qualche settimana fa quando è scoppiato lo scandalo.
Eppure chi conosce la politica del Nordest nota che non è solo una “corrente” ad aver beneficiato del biglietto per salire a tempo indeterminato sul carrozzone dell’Atac.
Da Sant’Angelo Romano a Montelibretti, da Fonte Nuova a Tivoli, ovviamente con l’epicentro a Guidonia Montecelio dove gli assunti nell’ultima infornata sono almeno una ventina, tutti per chiamata diretta.
Risultano assunti alla Spa i due consiglieri comunali del Pdl di Tivoli Emanuele Di Lauro ed Ettore Tirrò. Da Montelibretti c’è il vicesindaco Marco Bernardini. Mentre da Sant’Angelo Romano l’assessore Martina Domenici, cognata del consigliere comunale e provinciale Marco Bertucci. Fa il semplice operaio invece Giulio Verdirosi, assessore pure lui a Sant’Angelo Romano, vincitore di concorso. Da Fonte Nuova arriva il delegato al Personale della giunta Di Buò Maurizio Guccini, ufficio stampa, e presidente provinciale di Giovane Italia.
Poi c’è la flotta che arriva da Guidonia Montecelio, tutta della corrente “bertucciana”, tutta con precedenti o attuali incarichi politici e associativi. Il vicesindaco Mauro Lombardo scelto come dirigente dell’Ufficio acquisti. L’autista storico di Adalberto Bertucci Roberto Di Giacomo, ex consigliere di circoscrizione a Setteville. La figlia dell’assessore ai Servizi Sociali Ernelio Cipriani.
Dall’associazione “Nuovo Giorno” il presidente attuale, Alessandro Roberti, e l’ex, Nicolas Romitelli, si ritrovano i rispettivi figli assunti. Così come Aldo Minati, socio pure lui, ed ex assessore socialista. Un’associazione molto attiva, tant’è che la giunta Rubeis e la giunta Zingaretti non le disdegnano contributi pubblici per l’organizzazione di eventi sempre molto partecipati.
C’è poi il caso di Gaetano Viviano, ex consigliere circoscrizionale a Montecelio, ed ex socio della cooperativa “1975 La Genesi” insieme alla moglie di Romitelli. L’impresa il 29 dicembre 2009 era riuscita ad aggiudicarsi dall’assessorato ai Lavori pubblici un “appaltuccio” da 7 mila 732 euro per la pulizia e lo sfalcio dell’erba nelle strade rurali proprio nel momento in cui aveva sede in via Gallia 1, a Roma, presso lo studio commercialista della famiglia Bertucci. Viviano, nel frattempo, era riuscito ad aggiudicarsi in posto in Atac.
In questi giorni l’ex amministratore delegato Adalberto Bertucci ha dichiarato ai giornali che sulle assunzioni ha seguito le procedure previste, con selezioni interne ed esterne affidate ad una società: la Praxi. «Io ricevevo la lista e firmavo. Abbiamo dato l’idea di essere affamati? Può darsi».
La consulenza da 200mila euro l’anno, l’ex ad, l’ha mantenuta anche se dice che non ha ancora emesso fattura e che forse alla fine della vicenda devolverà tutto in beneficenza.
Intanto dalla Capitale la notizia sembra gonfiarsi giorno dopo giorno. Tutto è partito dalle interrogazioni del consigliere comunale di Roma del Partito Democratico Massimiliano Valeriani, che la situazione la conosce bene visto che all’Atac ci lavora da tempo. «Le 800 e passa assunzioni hanno fatto lievitare i costi di gestione di 50 milioni di euro l’anno da 576 a 625 milioni di euro». E così ha minacciato anche un esposto alla Corte dei Conti. Intanto l’indebitamento bancario si assestava intorno ai 345 milioni di euro. I dati sono davvero implacabili a leggerli e non lasciano scampo. I dirigenti sono cresciuti da 93 a 111, i quadri da 250 a 260, gli impiegati da 1948 a 2177, ben oltre il turn over e con una percentuale di personale non addetto alla produzione pari a circa il 12%. In totale le assunzioni sono state 824 contro 439 cessazioni dal servizio.
Così sono arrivati gli articoli di Repubblica e quelli del Messaggero, che hanno fatto anche una graduatoria degli assunti che arrivano dal Nordest. Sarebbero 20 da Guidonia Montecelio, 9 da Fonte Nuova e Marcellina, 6 da Castel Madama, 4 da Mentana e Monterotondo, 3 da Montelibretti, 2 da Monteflavio e Moricone. Cinquantanove in totale, ma potrebbero essere molti di più.
Quando i quotidiani – compresi quelli stranieri – hanno iniziato a infilare il naso dentro l’Atac è uscito fuori di tutto: le circa 4mila corse perse ogni giorno, i dischi dei freni della Metro B pagati quattro volte di più e finiti nel mirino del collegio dei sindaci. Tutte questioni prontamente smentite, che il nuovo amministratore delegato Maurizio Basile sta passando al setaccio e dunque è ancora presto per valutarne la fondatezza. Soprattutto quali risvolti ci potrebbero essere.
Intanto, per chiudere la cronaca politica di questi giorni, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha aperto una inchiesta interna e la vicenda è arrivata anche in Parlamento con un’interrogazione presentata dall’Italia dei Valori.
Eppure sono usciti fuori i nomi “imbucati” anche dalla Cgil, mentre il prossimo anno la Corte dei Conti si esprimerà su una richiesta di risarcimento da 9 milioni di euro ai supermanager elargiti nell’era Rutelli-Veltroni.
Insomma sul carrozzone ci sono saliti tutti, chi più e chi meno, chi prima e chi dopo.

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