Guidonia – Fatto di coca invade la corsia e causa incidente mortale

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Morire a 21 anni, morire tra le lamiere per colpa di un’auto condotta a tutto gas sotto l’effetto della cocaina. E’ finita così la vita di Simone Fertuzzi, un ragazzo di Palombara Sabina deceduto in uno scontro frontale nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 marzo su via Pantano, a Guidonia, la strada che unisce la provinciale 28 Bis alla via Maremmana inferiore. Su disposizione del magistrato di turno, Maria Gabriella Fazi la salma di Simone Fertuzzi è stata trasferita presso l’Istituto di Medicina legale dell’università “La Sapienza” di Roma dove lunedì 28 è stata sottoposta all’autopsia. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della Tenenza di Guidonia, la tragedia si è consumata verso mezzanotte e un quarto all’altezza del supermercato Maury’s, subito dopo il cavalcavia che sovrasta viale Roma. Simone Ferruzzi era al volante di una Fiat Punto rossa e faceva ritorno nella sua casa di via delle Cascine, a Palombara Sabina. Nella direzione opposta viaggiava una Lancia Delta grigia. Nell’abitacolo erano presenti G. C., 41 anni di Colle Fiorito, F. D., 33, di Guidonia, e la ragazza di quest’ultimo, una 37enne, anche lei di Guidonia. Stando ai rilievi effettuati dai militari diretti dal tenente Salvatore Ferraro, la Lancia Delta ha letteralmente invaso la corsia percorsa dalla Punto di Fertuzzi e l’impatto è stato devastante. Tant’è che i tentativi di rianimare il 21enne di Palombara Sabina praticati dall’equipe medica della Croce Blu si sono rivelati inutili, nonostante il tempestivo intervento dalla sede di via Casal Bianco. Quando i carabinieri hanno raggiunto via Pantano hanno trovato il giovane senza vita tra le lamiere della Fiat, mentre gli occupanti della Lancia Delta sono usciti praticamente illesi dallo scontro. Accompagnati all’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli, i tre sono stati medicati e dimessi. F. D. ne è uscito con una prognosi di sette giorni per trauma cranico, ferita al padiglione e una contusione all’avambraccio sinistro. Sei i giorni di prognosi per la fidanzata, contusa al collo e al fianco destro, e per G. C., che invece ha riportato solo un trauma cranico. Sottoposti ad accertamenti, il 41enne e’ risultato positivo alla cocaina, il 33enne all’alcool, mentre la ragazza è risultata “pulita”.

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Simone Fertuzzi l’amore per il basket e per la sardegna: Simone, una persona schietta che diceva in faccia alle persone cosa pensava. Amante del basket e del Milan, tra le sue passioni anche la pesca subacquea e la vela. Amava molto gli animali, e le scienze. Il suo sogno di tornare in Sardegna, magari per viverci con Ilaria, la fidanzata di Alghero. Si sarebbero rivisti dal 2 al 6 aprile, Simone e Ilaria, entrambi 21enni. La loro storia andava avanti da un anno e mezzo, l’azzurro del mare li aveva uniti.   Nell’isola Simone vi ha vissuto fino a cinque anni fa: ad Alghero vi ha trascorso tutta l’infanzia e l’adolescenza per motivi di lavoro del padre. Prima ancora la famiglia Fertuzzi aveva abitato a Fiumicino: papà Maurizio, 72 anni, ha lavorato una vita nel settore Nautico, prima di andare in pensione. Fino al trasferimento nel 2006 a Palombara Sabina in via delle Cascine. Simone lascia nello sconforto anche il fratello, Marco, 30 anni, pure lui amante del mare fino a raggiungere la qualifica da ufficiale Mercantile. Piangono anche i due nipoti di 10 e 3 anni e mezzo, gli zii, i cugini Luca, Sara e Francesca, e nonna Angela, 75enne. «Mio nipote Simone era tanto buono», ricorda laconica l’anziana. Occhi lucidi anche per la cugina Francesca, 31enne di Sant’Angelo Romano: «Era un ragazzo forte e deciso nelle sue scelte, non temeva di dire la sua davanti a chiunque». Simone si era diplomato perito tecnico industriale all’Istituto “Volta” di Tivoli, poi si era iscritto a Fisioterapia all’Università, ma dopo il primo anno ha lasciato, quel tipo di studi non lo interessavano più di tanto. Attualmente lavorava saltuariamente in un negozio di articoli sportivi a Villa Adriana. Poi quando poteva nel tempo libero prendeva una canna da pesca e nei fine settimana preferiva le partite di pallacanestro: Simone giocava nella Tivoli Basket da “guardia” con una media da 25 punti a gara, un cestista dalla mentalità vincente in campo ed un “gigante buono” dal cuore d’oro fuori con gli amici. Domenica pomeriggio al “Baccelli” i suoi compagni di team lo hanno ricordato esibendosi col lutto al braccio, decidancogli la vittoria contro l’Aprilia Un mazzo di fiori in panchina era accanto al suo coach di sempre, Mauro Bellini, che dal Basket Colle Fiorito aveva voluto con sé Simone a Tivoli.  La salma di Simone sarà cremata e le ceneri sparse nel mare di Capo Caccia in Sardegna, proprio dove voleva tornare Simone. (Gi. Fe.)

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Approfondimenti e lo sfogo di Maria Franco, la mamma della giovane vittima,

su Tiburno del 29 Marzo 2011

 

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