Un anno fa i Carabinieri della Tenenza di Guidonia avevano arrestato V.T. e F.T., cittadini romeni, fratello e sorella di 27 e 31 anni, per aver ridotto in schiavitù una loro connazionale di 26 anni, per costringerla a chiedere l’elemosina. Il suo arrivo risaliva ad una settimana prima, alla stazione di Roma Tiburtina a bordo di un corriere romeno. Al termine del viaggio, per il quale avrebbe dovuto pagare 100 euro, le erano stati sottratti i documenti e, da quel momento, era cominciato l’inferno.
La donna aveva raccontato ai carabinieri di essere stata minacciata di morte da fratello e sorella e di essere stata costretta a chiedere l’elemosina per strada sotto il sole, senza cibo né acqua. La giovane, ancora sotto shock, aveva rivelato che cominciava il pomeriggio ad avere paura delle botte che avrebbe sicuramente preso la sera dai suoi aguzzini, quelli che le avevano procurato un occhio tumefatto, la frattura delle ossa nasali e lividi su tutto il corpo, per non aver guadagnato abbastanza.
E come se non bastasse, aveva proseguito rivelando, ormai svuotata , le violenze carnali che subiva dall’uomo ogni giorno. Per lei l’incubo è finito un anno fa, quando i Carabinieri dopo aver arrestato i suoi aguzzini, l’hanno condotta in un posto sicuro, dove ha potuto curarsi le ferite del corpo e dell’anima e pensare ad una nuova vita. Nei confronti dei due aguzzini, che si trovano ancora nella casa circondariale di Roma Rebibbia, il g.i.p. di Roma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, concordando pienamente con le risultanze investigative dei Carabinieri della tenenza di Guidonia. V.T. e F.T. restano ancora in carcere, dove rimarranno a disposizione dell’autorità giudiziaria davanti alla quale dovranno rispondere di riduzione in schiavitù e, l’uomo anche di violenza sessuale aggravata.
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