I temi di Lorenzo Silvestri per le medie e Elisa Greco per le elementari hanno vinto il primo premio del concorso scolastico organizzato da Lanfranco Di Carlo presso l’istituto comprensivo di Montecelio.
Un premio significativo che pone di nuovo all’attenzione su un rapporto importante quello con il papà. Ma le tracce dei temi in concorso hanno riguardato il rapporto con la città e quindi la lettera al sindaco e il rapporto coi nonni piuttosto che i genitori. “Lavorano fino a sera ci dicono gli insegnanti e poi il 30 % sono genitori separati”
Un premio dedicato ad un papà ma che parla dei nonni. Perchè?
“Spesso i genitori non riescono ad essere molto presenti nelle vite dei ragazzi perchè costretti a lavorare tutto il giorno.” Afferma Maria Tucci che insegna lettere presso l’Istituto Comprensivo di Montecelio da venti anni.
Ma quale è il rapporto che i bambini hannp coi loro papà? Quale differenza c’è fra il rapporto che i suoi alunni hanno con il papà e quello che aveva lei da bambina?
“Ci sono molte differenze, ma io direi in positivo. Rispetto a quando ero piccola io ad esempio i padri tendono molto di più ad essere amici dei loro figli. Prima c’era un rapporto molto più freddo e distaccato. Ora se posso dire la verità forse c’è un eccesso di affetto addirittura. E il problema vero è che i ragazzi vorrebbero passare più tempo insieme ai loro papà che spesso lavorano dalla mattina a sera. Comunque i papà sono più presenti rispetto il passato anche a scuola”.
Vengono i papà a parlare con lei? O i genitori insieme o chi altro?
“Questo no, vengono soprattutto le mamme. Ma ripeto, credo dipenda soprattutto dal fatto che spesso le mamme stanno a casa a fare le casalinghe, non hanno l’onere di andare a lavorare. Per i papà questo è molto più difficile. Se dovessi fare una percentuale direi che il 90% delle volte vengono a parlare con me le mamme dei ragazzi”.
Si ricorda un pensiero particolare dedicato al papà da parte di un suo alunno?
“Più che un pensiero in particolare mi vengono in mente le lettere che faccio scrivere agli alunni ai loro papà il 19 marzo. E lì vengono fuori questi semplici sogni: poter passare una giornata fuori con lui, fare una vacanza o addirittura un viaggio oppure andare a pesca… insomma scoprire il mondo con il papà”.
Cosa chiedono i genitori di oggi agli insegnanti?
“I genitori chiedono soprattutto sapere, questo è quello che mi capita di sentire. Sapere e cultura intesa come un’apertura della mente dei ragazzi. Ed anche una nostra buona dose di autorevolezza, in modo tale che i ragazzi ci seguano. I genitori detestano il lassismo o l’assenteismo, cose che fortunatamente non si verificano nella nostra scuola”.
E invece cosa chiedono gli insegnanti ai genitori?
“Noi chiediamo a loro di stare vicini ai loro figli, che li seguano per bene. Non possono certamente lasciare tutto il carico a noi insegnanti! Il nostro obiettivo è essenzialmente ed esclusivamente il bene del bambino, una cosa che si può prestare ad equivoci, ad esempio in caso di punizioni troppo severe. Ma il bene del bambino è prepararlo al mondo adulto”.
Insieme a chi fanno i compiti a casa i vostri alunni?
“Personalmente do ai miei ragazzi solamente da studiare oralmente a casa, non faccio mai fare compiti scritti. Comunque i genitori dovrebbero solamente controllare che i ragazzi facciano i compiti, non fare altro”.
Nei temi per il premio di quest’anno c’era una traccia sui ricordi raccontati ai vostri alunni dai nonni. Quanto sono importanti i nonni nell’educazione dei vostri alunni?
“Sono tanto importanti, i ragazzi trascorrono parecchio tempo con loro. Essendo poi Montecelio un paese piccolo, un salotto, sono rimasti impressi nel modo di vivere della gente dei valori antichi che spesso i nonni trasmettono con passione ai nipoti, anche attraverso racconti più o meno fantasiosi. E i nostri alunni hanno tutti grande ammirazione per i loro nonni”.
Chi rappresenta l’autorità?
“Io direi dagli adulti in genere, verso i quali dimostrano d’essere rispettosi ed educati. Posso dire che in passato non era così, ora l’educazione è maggiore, magari vado controcorrente ma è questo quello che percepisco. Almeno è così nella stragrande maggioranza dei casi”.
In percentuale nell’attuale classe e nelle precedenti nelle quali lei ha insegnato, quanti genitori separati?
“Un terzo delle coppie, facendo una statistica a mente. Quando i genitori sono separati i ragazzi sono più tristi, lo si vede proprio dagli occhi, seri anche se sorridono. E peggio ancora quando sopraggiunge una separazione durante l’anno in corso, lì si vede il cambiamento e le reazioni negative dei ragazzi che vivono questa cosa come un peso enorme. E sopraggiunge la tristezza che dicevo prima”.