Si chiama “cash trapping”, sfrutta una tecnica elementare ma subdola, perché non mostra alcuna alterazione visibile dello sportello del bancomat.
In realtà nella fessura di fuoriuscita delle banconote è stata inserita una forcella metallica appositamente costruita e gli sventurati clienti restano “fregati”.
Nelle ultime settimane di denunce alla Tenenza dei carabinieri di Guidonia ne erano arrivate cinque, da Setteville e da Villanova, fino a martedì sera 30 ottobre quando i militari dell’Arma hanno “pizzicato” sul fatto i vampiri dei postamat.
Si tratta di S. C. C., 21 anni, e di B. B., di 32, romeni in Italia senza fissa dimora ma di fatto domiciliati a Guidonia Montecelio, entrambe arrestati per tentato furto aggravato in concorso.
Gli uomini diretti dal tenente Salvatore Ferraro e coordinati dal capitano Emanuela Rocca sono riusciti a beccarli in flagranza di reato insieme a un complice, un connazionale di 38 anni, muratore incensurato, denunciato e rimandato a casa.
Da giorni gli investigatori stavano effettuando dei controlli in borghese presso gli sportelli di istituto di credito e gli uffici postali della zona, quando verso le otto di martedì sera si sono imbattuti in Debora Zarelli, 32 anni, casalinga di Villanova. La donna si dannava l’anima dopo aver effettuato l’operazione al postamat della filiale di via Guerrazzi ma non era riuscita a prelevare i 50 euro richiesti. A quel punto, i militari le sono corsi in aiuto e una volta intuito la “sola” in corso hanno bloccato un’utilitaria che si aggirava sospetta nei pressi dell’ufficio postale.
Al volante c’era il 38enne, insieme a lui il 31enne e il 21enne, l’unico – quest’ultimo – con precedenti specifici e considerato dagli inquirenti il capobanda. Così i carabinieri hanno prima perquisito la vettura, ritrovando un cacciavite e una specie di bisturi per estrarre la forcina al termine della truffa, quindi hanno passato al setaccio le rispettive abitazioni. In casa del più giovane sono state rinvenute delle carte prepagate e un documento d’identità verosimilmente falso con la foto del 21enne.
A incastrarli definitivamente sono state le immagini del sistema di videosorveglianza dell’ufficio postale, che ha immortalato S. C. C. e B. B. mentre “piazzavano” la forcina.
I militari del tenente Ferraro hanno così ricostruito il modus operandi. La banda con una postepay prepagata intestata a una persona inesistente puntava uno sportello e ritirava 10 euro. Approfittando dell’apertura della fessura infilava la forcina e si allontanava appostandosi nei paraggi in attesa della vittima. Terminata l’operazione il malcapitato se ne andava e i banditi ritiravano le banconote bloccate.
Le indagini proseguono e puntano ad accertare il possibile coinvolgimento dei due arrestati negli altri casi di “cash trapping” denunciati.
Nella stessa serata a Debora Zarelli sono stati restituiti i 50 euro. “Lo sportello mi aveva restituito la carta – racconta – ma, facendo il saldo, ho scoperto che i soldi erano stati scalati, poi è andato fuori servizio e mi sono arrabbiata. Per fortuna non avevo ritirato lo stipendio di mio marito: sennò, avrei buttato giù il postamat”.
Marcello Santarelli