Il luogo della disgrazia è la famosa “Nuvola” dell’architetto Massimiliano Fuksas, nel nuovo Centro congressi in costruzione all’Eur dall’Impresa
“Condotte Spa” e che vedrà la luce nel 2013.
Donato, lunedì 10 dicembre, alle 13,30, doveva sistemare dei cavi elettrici in una posizione obbligata, ma l’itercapedine su cui è passato, anche se sembrava terminata e solida non lo era e Donato è precipitato, facendo un salto nel vuoto di oltre quattro metri.
L’uomo, miracolosamente ancora vivo, ma con traumi e fratture serissimi, è stato soccorso e portato d’urgenza al Sant’Eugenio, prima in Chirurgia e poi spostato al reparto di Ortopedia dov’è attualmente ricoverato.
Donato è stato pure un delegato della Fillea-Cgil, con una formazione completa sulla sicurezza, eppure non è bastato a salvarlo dall’impatto col suolo.
Dall’ospedale romano l’operaio della “Condotte Spa” riesce a raccontare il drammatico incidente. Ora sta meglio, ma ha trascorso una settimana terribile per i forti dolori all’addome e più volte gli è tornata in mente quella caduta. «Lunedì 17 dicembre sono stato operato al femore per la frattura riportata. Ho anche una forte contusione alla spalla sinistra e scheggiature varie su tutto il corpo – sottolinea Donato – Me la sono vista brutta, ho avuto tanta paura per quella caduta».
Donato è un elettricista qualificato, assunto dalla “Condotte Spa” da febbraio 2005. E per tre anni è stato sindacalista nel settore edile, carica che ha ricoperto fino al giugno scorso. «Ci tengo a dire che è stata una pura fatalità, quell’incidente poteva succedere a chiunque. Non ci sono responsabilità da parte dei miei superiori o di altre persone – precisa Donato – In questi giorni di ospedale sono venuti a trovarmi in tanti: dirigenti, rappresentanti sindacali, personale amministrativo e colleghi operai. Tutte queste persone mi sono vicine e sono solidali. Si è trattato solo di una distrazione, di una casualità».
Donato è stato ingannato da quell’intercapedine, da quello spazio vuoto, ricoperto da una guaina sporca di calcinacci e bagnata dall’acqua. «Dovevo sistemare quel cavo elettrico e sono entrato dentro l’intercapedine. Sembrava un pavimento, però. Ho messo il piede e all’improvviso sono scivolato giù – racconta l’operaio santangelese – Ho cercato di reggermi con le mani alla tavola, ma è stato inutile. Sono rimasto bloccato in terra, ero cosciente, per fortuna».
Mariani commenta anche le dichiarazione del sindacalista Walter Fadda sul problema della sicurezza nei cantieri. «Ripeto per il mio incidente non mi sento di attribuire colpe ad alcuno. Ma a livello generale si dovrebbero seguire maggiormente i cantieri aperti con più persone sul posto, anziché negli uffici. Comunque serve più accortezza anche nelle parti nascoste del cantiere, come quella dove stavo lavorando la scorsa settimana», conclude Donato che vive nella campagna di Sant’Angelo Romano insieme all’anziana madre, rassicurata diverse volte al telefono di casa.
Gino Ferretta