con una tecnica ben collaudata che gli ha permesso di raggranellare i soldi necessari per il gioco.
Gli investigatori diretti dal vice questore aggiunto Alfredo Luzi hanno chiuso il cerchio lunedì scorso con una perquisizione in casa del 42enne ordinata dal pubblico ministero Filippo Guerra titolare di un’indagine iniziata a novembre, quando la Federazione tabaccai s’era rivolta alla Polizia per segnalare la presenza di un truffatore seriale. Secondo quanto accertato finora dagli inquirenti, l’uomo tra agosto e dicembre avrebbe messo a segno una decina di “sole” ad altrettanti tabaccai di Tivoli e Guidonia Montecelio.
Il copione era sempre lo stesso. Entrava nelle tabaccherie abilitate alla ricarica delle carte prepagate tipo postpay, ma una volta perfezionata la transazione accampava le scuse più disparate per non pagare il malcapitato commerciante. Tuttavia, per dimostrargli la sua buona fede il 42enne lasciava in custodia i documenti: una volta la carta d’identità, un’altra la patente, un’altra ancora il codice fiscale, quindi la tessera sanitaria, per poi passare alle fotocopie.
E’ andata avanti così per quattro mesi, dal 20 agosto in poi quando ha “gabbato” per importi variabili tra i 40 e gli 80 euro nell’ordine la tabaccheria di strada Favale, quindi il 10 ottobre quella di via Lago di Garda presso il centro commerciale Pam di Villa Adriana, l’11 ottobre quella di viale Picchioni, il 19 ottobre quella di piazza Rivarola, nello stesso mese il tabacchi di viale Roma 32 a Guidonia, il 14 novembre quello di viale Picchioni 7 e nello stesso periodo la ricevitoria di via Lazio 21, a Villalba.
Ogni volta un espediente diverso per andarsene con la postpay ricaricata: ad alcuni l’uomo ha detto di aver smarrito la carta d’identità, ad altri che aveva lasciato i documenti in macchina, lasciando comunque la garanzia che a breve sarebbe ritornato per pagare.
Il passaparola tra i commercianti è stato determinante, perché mentre la Polizia ricostruiva il percorso, il 23 novembre il presidente della Federazione Italiana Tabaccai di zona Andrea Giansanti ha inviato un comunicato ai consociati mettendoli in guardia dal raggiro già consumato ai danni di svariati esercenti che fino ad allora non avevano denunciato alle forze dell’ordine.
A quel punto, la Squadra Anticrimine è passata all’azione e ha individuato l’autore. Nell’abitazione dell’indagato gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato la carta postpay utilizzata per compiere le truffe e varie fotocopie del documento d’identità, della patente e del codice fiscale esibiti per chiudere le transazioni asserendo di aver smarrito quelli originali, in realtà trattenuti dalle prime ricevitorie “castigate”.
Davanti ai poliziotti il 42enne ha ammesso le sue responsabilità e si sarebbe giustificato dicendo di essere un malato di gioco, affetto com’è da una sindrome psicocompulsiva depressivo-ansiosa con attacchi di panico certificata dal reparto Psichiatria dell’ospedale Sant’Andrea.
Il truffatore seriale avrebbe inoltre spiegato che la sua “passione” per videopoker e slot machine lo ha obbligato anni fa a licenziarsi dall’impiego presso un Ente pubblico proprio perché l’azienda lo aveva segnalato per lo scoperto sul conto e per questo aveva ottenuto la post pay prepagata.
Ma non è finita qui: agli inquirenti ha raccontato pure che la sua situazione lo ha costretto a cedere una casa di proprietà nella periferia di Roma ad una persona che mensilmente lo aiuterebbe a pagare i “buffi”.
“Per chiarire la posizione – annuncia il legale del 42enne, l’avvocato Tommaso Giustiniano – chiederemo un interrogatorio davanti al pubblico ministero. Inoltre il mio assistito si impegna fin da ora a risarcire tutti i commercianti danneggiati.
Si fa ricaricare la postpay e fugge via. I soldi truffati se li spende ai videopoker
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