Marcellina – Bamboline trafitte da spilli vicino alla tomba. Magia nera?

giardino-cimiteroEra andato a trovare la moglie morta da tanti anni, come fa ogni settimana, quando di fronte alla tomba in un giardinetto all’interno del cimitero la macabra sorpresa. 
Silvio Salvatori, 85enne pensionato di Marcellina, ex manovale, venerdì mattina 25 gennaio, stava piantando fiori su quel terreno, insieme ad un amico, la sua è una piacevole abitudine che svolge da anni. Quando va a trovare la moglie Angelina Meucci, che non c’è più dall’85, lui si ferma in quel pezzetto di verde pubblico, circa tre metri quadri, coltiva piantine per lei e per tutti i defunti che riposano in pace accanto alla sua cara.
“Avevo la cazzuola in mano pronto per scavare la terra e mettere un vasetto con semi di crisantemo, così mentre affossavo il terriccio ho sentito un ostacolo consistente accanto ad un altro vaso di fiori secchi – racconta Silvio – Incuriosito ho rimosso il vasetto e sotto ho notato un pacchetto coperto di tela di nylon, lungo circa quindici centimetri, sigillato e legato con uno spago a croce di colore azzurro”.

L’anziano si è rivolto con stupore verso il suo amico pensando di aver trovato qualcosa di originale. 
“Era legato talmente stretto che non si riusciva a sciogliere con le mani – sottolinea Silvio – Abbiamo pensato addirittura che potesse essere qualcosa di esplosivo, in quel momento non sapevamo cosa fare. Così tra il timore e l’incredulità mi sono deciso a tagliare con le forbici quello spago a croce”.
E la sorpresa a quel punto ha assunto contorni inquietanti e misteriosi. “Tolto il nylon ho visto un metallo che luccicava e spiccava su tutto l’involucro. Vedendo quel luccichio mi è subito balenato nella mente: avessi trovato un tesoretto!. Ma così non era”. Quel pacchetto conteneva ben altro materiale. “Si trattava di due pupazzetti, una bamboletta ed un orsacchiotto fatti di gomma dura di colore marrone. Attaccati da tre spilloni lunghi circa otto centimetri, uno legava le teste, un altro i cuori, quindi entrava attraverso la schiena e il terzo legava il sesso, quindi era conficcato all’altezza del sedere dei pupazzetti”, sottolinea l’anziano di Marcellina. 
Il macabro ritrovamento ha indotto Silvio Salvatori ad avvertire il custode del cimitero che preso il pacchetto ha avvertito il parroco, don Domenico. Su indicazione del sacerdote quelle bambole sono state bruciate subìto sul posto. 
“Si tratta certamente di un rito fattucchiero – aggiunge l’85enne nella sua testimonianza – Qualcuno che vuole far del male e pratica queste forme di magia nera. Comunque questo episodio non cambierà le mie abitudini, continuerò ad andare a salutare la mia cara Angelina senza temere nulla. E piantare sul quel giardino un fiore per lei, finché ne avrò la forza”.

Gi. Fe.

 

 

L’opinione del parroco: “Lo zampino del maligno? Non credo”

 

Don Domenico Cauteruccio, 47 anni compiuti mercoledì 6 febbraio, da diciotto stagioni parroco della chiesa Cristo Re di Marcellina, commenta il macabro rinvenimento al cimitero comunale di Marcellina, avvenuto lo scorso 25 gennaio.

 

Due bambolette legate fra loro con spilli, messe in un sacchetto legato con uno spago a croce e sotterrate vicino ad una tomba. Sembra un rito voodoo lei ne è stato informato?

“Posso solo dire che quella mattina mi telefonò il custode del cimitero avvertendomi del rinvenimento. Mi disse che un concittadino Silvio Salvatori aveva trovato queste bamboline. Erano tutti molto allarmati. Gli ho consigliato di bruciare tutto, senza preoccuparsi troppo della cosa”. 

 

Non è il primo caso a Marcellina di ritrovamenti magici o esoterici al cimitero. Lei come ha affrontato o intende affrontare questo fenomeno. Con omelie o gruppi di preghiera?

“Non mi sembra sia un fenomeno radicato nella cultura o nella tradizione dei marcellinesi e quindi non ho fatto niente in particolare, se non invitare alla preghiera. Penso sinceramente, si tratti solo di sciocchi rituali, circoscritti ed eseguiti per mano di qualche fattucchiere. Atti di chi gioca a fare il mago con alcuni simboli o amuleti convenzionali, forse si tratta di qualche ragazzo che in questo modo pensa di causare malefici a qualcuno”.

Don Domenico le è mai capitato di ascoltare in confessionale qualcuno che le ha confidato di malefici o sortilegi contro di lui o verso i suoi conoscenti?
“Non mi è capitato di sentire alcuno che abbia confidato malefici contro la sua persona o contro i propri amici. Logicamente ci sono persone con grossi problemi esistenziali che magari si sentono perseguitate dal male, e vengono qui in parrocchia, bisognosi di sostegno morale e spirituale. Persone che cercano Cristo che è al centro del mondo”. 

A Marcellina sono stati praticati riti da parte di padri esorcisti? Liberate persone da forze del male. Se sì, in quale situazione?
“Certamente in quasi vent’anni di sacerdozio sono a conoscenza di diverse persone con situazioni difficili, persone che presentano problemi seri come disturbi del sonno, male allo stomaco, disordine  mentale, sentono dentro come un fuoco malefico. Qui a Marcellina non abbiamo preti che praticano l’esorcismo, quindi queste persone anche attraverso il supporto della Diocesi di Tivoli, vengono indirizzate a Roma, dove ci sono molti sacerdoti che liberano gli individui dalle forze del male”. 

Padre ha mai intuito se in paese esistono gruppi che praticano magia, esoterica o sette sataniche?
“Non penso che a Marcellina esistano sette sataniche, ossia movimenti religiosi la cui devozione è rivolta alla figura di Satana. Nel senso che non c’è mai stato un episodio così sconvolgente che riconduca a gruppi particolari che pratichino messe nere, come invece è avvenuto in altre località, ricordo nella zona dei Castelli Romani. Ritengo piuttosto che qualcuno si diverta a fare il mago o la fattucchiera”.

Che cos’è il male? Come si manifesta secondo lei in paese?
“Il male è quando si vive senza Dio. Quando le persone sono lontane da Cristo e dalla Religione in genere. Quando nei loro cuori non c’è la forza di Dio. Il male è frutto dell’eccessiva libertà che l’individuo si prende in modo indiscriminato e soprattutto a discapito del prossimo. Ma siamo tutti figli di Dio e dunque intimamente buoni, nell’animo. Il problema sorge quando si agisce male, e cioè quando l’uomo procura danni al prossimo per egoismo e per arrivismo. In paese, ma come in altre località, non c’è un fenomeno di eccessiva negatività. A Marcellina abbiamo due parrocchie: Cristo Re e Santa Maria delle Grazie su circa 7mila abitanti. Di questi almeno il 20 per cento frequenta l’ambiente della chiesa, attraverso le molteplici attività che svolgiamo. Ci sono sedici gruppi di catechesi, anche in collaborazione con don Mario, parroco di Santa Maria”. 

Come rassicurare i suoi fedeli e l’intera comunità dopo quest’ultimo episodio?
“Stiano tranquilli e sereni, vengano in chiesa a pregare, vogliano bene ai propri familiari e al vicino di casa. Mettano da parte odi e invidie. Ripeto, mettano Dio al centro della loro vita. 
A Marcellina non c’è il male, il substrato del paese è religioso e prodigo in attività sociali ed assistenziali. Certo non mancano fatti di cronaca nera, ma nella misura e nella percentuale simile ad altri luoghi”.

Le difficoltà del nostro Paese, il momento di crisi economica e sociale, a suo giudizio incentivano queste pratiche magiche? Se non è così cosa le incentiva?
“Certamente la crisi genera depressione, si vede tutto nero, soprattutto il futuro. Ci si chiude in sè stessi senza speranza, si finisce in un tunnel e si perde pure la fede. L’odio, l’invidia e la gelosia generano malessere ed atti di egoismo ed aggressione contro il prossimo che si pensa esser più fortunato di noi. Comunque il fenomeno delle pratiche magiche ed esoteriche c’è sempre stato.  Si tratta spesso di persone infelici che vogliono ottenere con le cattive quello che non riescono ad ottenere con le buone. Persone in preda all’odio che vogliono fare del male a chi invidiano. Quindi queste pratiche non sono strettamente legate al periodo di crisi che stiamo vivendo. In passato e nella storia dei popoli si sono vissuti periodi ben peggiori di quello attuale. E nella storia del popolo di Dio il beato è sempre colui che vive sereno accontentandosi di quello che Dio gli dà”.

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