Preso il pedofilo che pagava un 14enne

Il pedofilo vestiva i panni di un incensurato, 46 anni, benestante, a Tivoli considerato uno “sciupafemmine” per le sue conquiste e l’aspetto da macho: ma dietro le apparenze si nascondevano le perversioni nei confronti di un quattordicenne studente di terza media.
Per questo mercoledì mattina 10 aprile l’uomo è stato arrestato dagli agenti del commissariato di Tivoli in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal Tribunale di Roma, dal primo gennaio competente territorialmente per gli abusi su minori.
Il giudice per le indagini preliminari Pier Luigi Balestrieri, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Eugenio Albamonte, gli contesta i reati di atti sessuali, oltre all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione minorile, accuse circostanziate ed emerse nell’ambito dell’indagine condotta dai poliziotti di Tivoli diretti da Giancarlo Sant’Elia in collaborazione coi colleghi della Quarta Sezione della Squadra Mobile di Roma.
L’inchiesta era iniziata l’11 dicembre 2012, quando la mamma della vittima – una quarantenne tiburtina – si era convinta a sporgere denuncia al pool specializzato nei reati contro i minori diretto dall’ispettore capo Davide Sinibaldi, dopo essersi rivolta al Centro antiviolenza “Le Lune” di Guidonia coordinato dalla psicologa Lina Losacco. In quell’occasione la mamma aveva riferito di aver scoperto sul cellulare del figlio alcuni messaggi inequivocabili. Uno in particolare non lasciava adito a dubbi: “Trenta euro a pompa, sono 210 a settimana. Mi hai lasciato un bel ricordo”.
A quel punto, il ragazzino ha rivelato agli investigatori di aver conosciuto il 46enne a novembre in un negozio di tatuaggi dove era andato insieme a dei compagni per scegliere un piercing.
Stando alla versione degli inquirenti, l’uomo sarebbe riuscito ad avere il suo numero di cellulare e da quel momento in poi aveva iniziato a invitarlo ad incontrarsi con la prospettiva di un guadagno facile e la possibilità di acquistare capi d’abbigliamento all’ultima moda.
Una proposta inizialmente allettante per il ragazzo, figlio di genitori separati e dedito all’evasione scolastica, fino a quando le “attenzioni” dell’uomo sarebbero diventate un incubo. Fatto sta che i poliziotti hanno messo insieme i riscontri ai racconti del 14enne – che ha negato il rapporto consumato – a cominciare dai 134 sms pervenuti sul suo cellulare.
Le intercettazioni telefoniche autorizzate dal pm Eugenio Albamonte hanno fatto il resto, documentando un “corteggiamento” pressante senza soluzione di continuità da rasentare l’atto persecutorio, tant’è che lo studente sarebbe stato costretto a cambiare abitudini di vita per non incontrarlo più.
Quando mercoledì mattina i poliziotti gli hanno suonato alla porta per notificargli l’ordinanza d’arresto, il 46enne non avrebbe fatto una piega: ora dovrà restare ai domiciliari senza avere rapporti con l’esterno, ma soprattutto non dovrà di ricontattare la sua giovane vittima.
Nel frattempo è stato sequestrato il pc portatile dell’uomo ora al vaglio degli esperti della polizia postale per verificare l’esistenza o meno di file pedopornografici.

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