Prenestino, il circolo Pd blocca il congresso per “ipertesseramento”

“Siamo di fronte a un fenomeno di ‘ipertesseramento’ mosso da personali interessi di potere che nulla hanno a che vedere con il coinvolgimento dei cittadini alla partecipazione e militanza nel PD”. Così si legge in un comunicato diramato dal Circolo PD Versante Prenestino, uno dei sei circoli del VI Municipio, in seguito alla bagarre nata martedì 5 novembre in occasione delle votazioni per il segretario PD della federazione romana che si sono tenute a Castelverde.
Un vero e proprio assalto al circolo, con folle di persone pronte a tesserarsi sul posto e a votare uno dei candidati alla segreteria di Roma, si sarebbe verificato in tutto il municipio. 180% di tesserati in più in un solo giorno al circolo di Borghesiana; + 150% a Villaggio Breda. Circa cento persone in coda a quello di Castelverde, sede del circolo Versante Prenestino. Un ritorno di massa alla politica che ha a dir poco insospettito i responsabili della sezione di via Massa di San Giuliano, che ha deciso di chiudere i battenti della sede e sospendere le votazioni.
Con il disappunto, però, di chi voleva votare subito. E così, vista l’impossibilità di usare la sede locale del partito, il gruppetto si è indirizzato verso la vicina Aula Civica, struttura comunale inaugurata lo scorso gennaio e assegnata a un’Associazione Temporanea di Associazioni (ATA) di cui fanno parte Comitato di Quartiere di Castelverde, Associazione Culturale Castellaccio e Associazione Ottavo Atto.
E lì, hanno messo in piedi le votazioni, a cui non hanno partecipato i 110 iscritti del Circolo Versante Prenestino – che erano stati informati dai responsabili di sezione della sospensione delle operazioni – ma circa 90 neo tesserati reclutati sul posto.
Dal Circolo Versante Prenestino tuonano contro una votazione fatta all’ultimo secondo, in una sede diversa con persone del quartiere non iscritte al PD, anzi notoriamente di altre provenienze politiche, che hanno finito per aderire dietro promesse di agevolazioni e favori. “Del resto, bastava dare nome e cognome e pagare 20 euro per votare – dice una fonte ben informata – e a votare c’erano personaggi che ancora oggi espongono la bandiera di Forza Italia sul balcone”.
E mentre si attende il parere della federazione romana circa la validità della votazione – che è stata svolta nonostante l’assenza del coordinatore del circolo, responsabile, da statuto, delle operazioni di voto – il circolo Versante Prenestino punta i piedi contro “un simile scempio. Senza garanzie di liceità delle operazioni di voto – si legge nel comunicato – non possiamo tutelare né il PD né, soprattutto, i suoi militanti, dall’arroganza di chi crede di fare del più grande Partito d’Italia suo personale strumento di potere. Abbiamo visto congressi di circoli in cui i veri iscritti e militanti, che hanno partecipato sperando di assistere a dibattiti politici sulle diverse mozioni, si sono ritrovati incastrati tra file di persone che, neanche conoscendo il nome del Segretario nazionale del Partito cui chiedevano di iscriversi, si accalcavano prima ai banchetti per richiedere la tessera di nuovi iscritti (dietro rigorosa ricevuta), e poi alle urne per votare secondo padrone”. “Non accettiamo una politica fatta con la forza dei soldi e non delle idee”, dicono ancora.
Resta fitto il mistero anche su chi possa avere autorizzato l’utilizzo dell’Aula Civica per finalità di partito. L’ATA era completamente all’oscuro, fanno sapere i responsabili, di tale utilizzo improprio, non avendo avuto nessuna richiesta e non avendo autorizzato nessuno all’utilizzo degli spazi.
“Vale la pena ricordare – fanno sapere i responsabili – che il Dipartimento Politiche per la Riqualificazione delle periferie ha vietato con una missiva indirizzata all’ATA l’utilizzo di tale spazio per qualsiasi iniziativa politica di qualsiasi forza politica”.
Peccato che nella “calda” serata del 5 novembre non solo fossero presenti diversi esponenti del PD, ma anche del governo del Municipio VI.
A distanza di giorni non si placano le polemiche sull’utilizzo improprio di uno spazio pubblico da parte di una parte politica. Così come restano profonde le fratture all’interno del PD nel VI municipio.

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