Riguardano pure il territorio della Valle dell’Aniene, le sostanziali modifiche apportate dal Consiglio dei Ministri al divieto di accensione di materiali vegetali di origine agricola in tutti i periodi dell’anno. Ne ha dato notizia con un suo comunicato il Corpo Forestale dello Stato, riferendo anche quanto osservato al riguardo dal ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Nunzia De Girolamo, cioè che “con questo atto non solo si introduce una semplificazione necessaria, ma soprattutto si inserisce una norma che reintroduce una pratica agricola tradizionale per le nostre campagne. Tutto questo nel rispetto dell’ambiente, ma anche nell’ottica di contrastare l’abbandono delle terre e prevenire gli incendi boschivi”.
Il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri prevede, in particolare, che i Comuni, tenuto conto delle specifiche peculiarità del territorio, con propria ordinanza, individuano le aree, i periodi e gli orari in cui è consentita l’accensione controllata, sul luogo di produzione, del materiale vegetale di origine agricola, suddiviso in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri stero per ettaro, nel rispetto di processi o metodi che in ogni caso non arrechino danni all’ambiente e non rappresentino un pericolo per la salute umana. Nel documento è stato comunque precisato che nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi dichiarati dalle Regioni, la bruciatura di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata. Rimane, invece, la facoltà per i Comuni e le altre Amministrazioni competenti di sospendere, differire o vietare la bruciatura all’aperto dei residui agricoli in tutti i casi in cui sussistono condizioni meteo climatiche o ambientali sfavorevoli, come pure in tutti i casi in cui da tale attività possano derivare rischi per la pubblica e privata incolumità e per la salute umana.
Fa.Lo.
