VIDEO Fiano Romano – Maxi sequestro di scarpe dalla Cina: 45mila calzature delle più note griffe contraffatte

Quarantacinquemila calzature con i loghi Hogan, Nike e Adidas, tutte di ottima fattura ed esteticamente perfette, ma del tutto contraffatte. E’ la scoperta fatta dalla Guardia di Finanza in un capannone industriale a Fiano Romano. Qui infatti era diretto un autoarticolato al cui interno era custodito l’ingente carico di scarpe dal valore totale di oltre un milione di euro.
Una volta arrivata a Fiano Romano la merce sarebbe stata immagazzinata nel capannone e successivamente distribuita alla fitta rete di ambulanti, per lo più senegalesi, per essere quindi smerciata sul mercato della Capitale. Ad interrompere il sistema collaudato il blitz dei finanzieri che hanno trovato, sia nell’automezzo sia nel deposito, le scarpe con i marchi più noti abilmente contraffatti, tanto da poter ingannare anche l’occhio più esperto.
L’operazione è iniziata sull’autostrada Milano-Roma, dove le Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino hanno intercettato un convoglio, composto da un autoarticolato con targa bulgara e da un’autovettura di staffetta, che viaggiava verso sud. I mezzi, seguiti a debita distanza, dopo essere usciti dal casello di Fiano Romano hanno raggiunto un immenso capannone industriale dove alcuni gregari dell’organizzazione hanno immediatamente iniziato lo scarico dei colli.
Dopo essere entrati in azione, i militari hanno scoperto che, sia nell’automezzo sia nel deposito, erano contenute scarpe con i marchi delle più note griffe contraffatte – “Hogan Interactive, Nike Blazer ed Adidas Trainer 2” – tutte di ottima fattura ed in grado di ingannare anche l’occhio più esperto.
Il deposito era stato perfettamente organizzato, nel rigoroso rispetto dei dettami della logistica, sicché la merce risultava stoccata con cura e criterio.
Dai primi accertamenti è emerso che la partita, spedita dal sud-est Asiatico, aveva raggiunto la Capitale passando da Sofia e che, dopo essere stata consegnata ad un magrebino trapiantato da anni in Italia ed esperto del “settore”, sarebbe stata distribuita, in poche ore, alla fitta rete di dettaglianti ambulanti, per lo più senegalesi, per essere smerciata sul mercato romano.
Sia il nord africano destinatario della merce che l’italiano proprietario del capannone sono stati denunciati a piede libero all’Autorità Giudiziaria, per i reati di importazione e deposito di merce contraffatta, nonché ricettazione.

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