Un killer di cani in giro a Villalba. La paura dei residenti è fondata ed aumenta giorno dopo giorno, ogni volta cioè che si hanno notizie di cani avvelenati. Se ne parla al bar, in piazza e naturalmente dai veterinari che mai come in questo periodo hanno avuto a che fare con così tanti casi di avvelenamento tutti concentrati in pochi giorni.
Schiuma da naso e bocca, pupille dilatate, perdita dell’orientamento. Un’agonia di poche ore che ha portato alla morte di almeno due cani negli ultimi dieci giorni a Villalba. Circostanze ancora tutte da chiarire di fronte ad un’unica certezza: avvelenamento. Una parola che risuona come un incubo da via Trento a via Agrigento dove oltre ai decessi ci sono stati altri animali finiti negli ambulatori dei veterinari dopo aver accusati gli stessi sintomi.
In via Trento, all’altezza delle abitazione del civico 30, i residenti erano soliti uscire di casa con il proprio cane per la passeggiata negli spazi verdi della zona e ai bordi dello stradone che taglia il quartiere. Un’abitudine ormai scomparsa dopo l’avvelenamento di più di qualche cane. I più intrepidi azzardano ad uscire chiudendo la bocca degli animali con museruole ben strette, perché la paura da queste parti è che i cani possano ingerire qualcosa di letale.
I casi in via Trento…
E’ quello che è successo venerdì 4 aprile al Jack Russel di Antonio Golini, infermiere. Un cucciolo di nemmeno tre anni trovato morto a poche ore di distanza dalla passeggiata sotto casa. Dopo la camminata insieme al padrone il cane se n’è andato silenziosamente in giardino ed è lì che è stato trovato disteso ormai senza vita. Un anno fa la stessa sorte era toccata al gatto di casa.
Red è stato più fortunato. Anche il meticcio della famiglia Iannotta dopo la passeggiata fuori casa ha accusato un malore. “Aveva un comportamento come non avevo mai visto – racconta Rosanna Farina -, in casa tremava, aveva le pupille dilatate, si leccava il muso, non lo avevo mai visto fare così. Poi quando camminava sbandava, avevamo capito che c’era qualcosa di anomalo e abbiamo chiamato subito un veterinario”. Red di lì a poco si sarebbe trovato nell’ambulatorio del medico sedato e sotto flebo. “Lo abbiamo preso in tempo – aggiunge Dyamond Iannotta – lo spavento c’è stato e anche tanto”. Secondo quanto ricostruito, anche con le analisi fatte dal veterinario, dalla passeggiata a quando il cane ha accusato i primissimi sintomi erano passate tre ore, un tempo limite che ha consentito di salvare la vita all’animale: “Se non ci fossimo accorti subito di quanto stava male – conferma Rosanna – le conseguenze sarebbero state peggiori”.
Su come i cani siano stati avvelenati c’è mistero. Non sono state trovate tracce di “polpette” o altro, ma i sospetti che in circolazione possa esserci qualcuno che si diverte ad ammazzare gli animali sono fondati se si pensa anche ad un altro episodio successo la notte di Capodanno. All’alba dello scorso primo gennaio un passante camminando lungo via Trento, sempre all’altezza del civico 30, ha sentito provenire dei lamenti e dei rumori sospetti dall’interno di una campana per la raccolta del vetro. Tra bottiglie rotte e schegge di finestre c’era un cane, un meticcio, letteralmente prelevato da un giardino privato e gettato nel cassonetto della raccolta differenziata attraverso la stretta fessura dove passano bottiglie e barattoli di vetro. Se nessuno se ne fosse accorto il cane sarebbe finito sui camion e non è difficile immaginare che fine avrebbe potuto fare.
… e quelli in via Agrigento
Pochi giorni dopo, casi di avvelenamento molto analoghi si sono registrati in via Agrigento, sempre a Villalba. Ioda, uno Schnauzer di dieci anni, è morta dopo aver ingerito sostanze tossiche la natura ancora non è stata chiarita.
Lunedì 7 aprile il cane era stato portato dalla padrona, la maestra Laura Ingenito, per la solita passeggiata all’aria aperte. Due ore a correre, camminare e giocare sotto lo sguardo della proprietaria così come avveniva da anni. “Il giorno dopo siamo usciti sotto casa e ho notato che Ioda non stava molto bene, non riusciva a fare i bisogni, insomma non era arzilla come al solito – racconta Laura -. Siamo rientrati e si è buttata sul suo lettino. Allora le ho fatto una camomilla, pensavo che magari le avesse fatto male il riso mangiato la sera prima. Aveva sete, cercava l’acqua in continuazione. Mi sono assentata un po’ perché dovevo fare dei giri quella mattina, e quando sono rientrata in casa l’ho trovata ancora sdraiata sul lettino. Mi sono avvicinata per coccolarla, le chiedevo cosa avesse, mi guardava negli occhi e ha iniziato a lamentarsi. Allora ho cominciato a preoccuparmi ed ho chiamato il veterinario. Di lì a poco però le sue condizioni sono precipitate, ha iniziato a fare schiuma dal naso e dalla bocca, come le lumache, ho chiesto aiuto ad una mia vicina di casa che è venuta subito ad aiutarmi, a soccorrere il cane, abbiamo provato a farle anche un massaggio cardiaco ma non c’è stato niente da fare. Mentre aspettavamo il veterinario Ioda è spirata tra le mie braccia. Mi sono sentita davvero impotente, in pochi minuti si è aggravata ed è morta. Adesso c’è un vuoto immenso in casa, mi chiedo se avessi potuto fare qualcosa di più. Ho tanti interrogativi a cui non riesco a dare risposta. Ho letto che gli Schnauzer hanno una soglia del dolore molto alta – aggiunge Laura -, e credo che la mia Ioda abbia sopportato tutto senza volermi trasmettere il suo dolore, ha resistito fino a quando ha potuto prima di crollare del tutto”.
Ancora in via Agrigento anche un altro cane ha rischiato di morire. Trilly, un Pincher di due anni, è stata avvelenata da un pesticida. “Questo è quello che risulta dalle analisi – racconta il padrone, Ettore di Cara -. Quando usciamo Trilly la portiamo sempre al guinzaglio e andiamo nell’area del parco Di Nella qui vicino. E’ escluso che possa aver ingoiato qualche polpetta, fatto sta che una volta tornati a casa avrà vomitato una trentina di volte in dieci minuti. Ho chiamato subito il veterinario, da quel giorno va avanti con le punture ma almeno sta meglio”.
Massimo Cimò
I residenti: “Adesso abbiamo paura ad uscire di casa”
“Abbiamo il terrore a uscire di casa con i nostri cani. Non sappiamo cosa è successo in questi giorni, se c’è qualcuno che mette le polpette avvelenate od altro. L’unico rimedio? E’ utilizzare le museruole, solo così possiamo proteggerli fuori dalle mura domestiche ed evitare che possano raccogliere e mangiare qualcosa di strano con la bocca”. Giovanni Giosuè è uno dei residenti in via Trento 112 che da qualche settimana convivono con la paura di avere a che fare con un assassino di cani. Non usano mezze parole per descrivere l’eventualità di un mostro che si aggira nel quartiere e sembra prenda di mira le strade dove è più alta la presenza di animali domestici, dove magari ci sono spazi che abitualmente vengono frequentati da cani e quindi può essere più facile “colpire” andando sul sicuro.
I residenti hanno passato al setaccio giardini e aiuole, bordi delle strade e muretti vari alla ricerca di qualche indizio che possa far luce sugli avvelenamenti. Non è stato trovato niente e non è stato possibile nemmeno fare una denuncia con qualche dato concreto in mano. L’unico aspetto che non lascia spazio a dubbio è che in quella strada un cane è morto avvelenato e altri hanno rischiato di fare la stessa fine.
In via Agrigento il mistero non cambia affatto, ma addirittura di contorna si più ipotesi. Oltre al profilo del killer di cani c’è anche un’altra ipotesi che fa arrovellare il cervello ai residenti. Pochi giorni prima dei casi di avvelenamento nella zona sono stati fatti interventi di derattizzazione. In alcuni punti dell’area intorno via Agrigento e le strade limitrofe è stato posizionato il veleno per topi e il timore è che qualcuno dei cani che si sono sentiti male abbia potuto inavvertitamente ingerire la sostanza tossica.
“Potrebbe essere stato un incidente del genere – spiega Laura Ingenito -. Io per esempio non sapevo che era stata fatta la derattizzazione, se l’avessi saputo per cautela non sarei uscita con il cane per una decina di giorni, tanto ho spazio nel giardino. Non posso sapere cos’è successo veramente. Può darsi che c’è qualcuno che si diverte a fare del male agli animali, la gente cattiva purtroppo esiste”.