Il vasto prato antistante la piccola chiesa rurale di Santa Anatolia, a poca distanza dall’abitato di Gerano, è tornato ad animarsi ieri sera, mercoledì 9 luglio, per la presenza di numerose tribù di Nomadi, provenienti da varie regioni d’Italia, in occasione della ricorrenza della festività di Santa Anatolia, loro patrona.
Dopo il raduno nel prato, i nomadi vestiti con caratteristici costumi, hanno raggiunto in corteo la chiesa dove è venerata l’immagine della giovane martire cristiana, morta il 9 luglio del 251 d.C. a Tora in Sabina, in provincia di Rieti, per poi dar vita a conclusione della celebrazione di un solenne rito religioso (svoltosi anche alla presenza di autorità civili, militari e religiose e di molti abitanti di Gerano e dei Paese limitrofi), ad esibizioni musicali nel rispetto di antiche tradizioni del popolo Rom.
Si tratta di un culto, quello dei nomadi per Santa Anatolia, che risalirebbe all’anno 932, quando il corpo delle Santa fu trasportato da Tora in Sabina al monastero benedettino di Santa Scolastica, a Subiaco.
Durante il percorso, il corteo sostò anche nella pianura chiamata comunemente “Prato” tra i Comuni di Gerano e Cerreto Laziale, in modo da permettere agli abitanti dei due paesi di rendere omaggio alla reliquie della Santa.
Si narra che fu proprio il lungo tragitto e le ripetute soste effettuate dal corteo al seguito del feretro di Santa Anatolia, a determinare il culto dei Nomadi per la Santa.
I festeggiamenti proseguono oggi con la grande fiera, visitata ogni anno da migliaia di persone.
Fabrizio Lollobrigida