L’inizio della malattia
“Devo tutto al mio figlio maggiore, Emiliano – racconta Amedeo Gioia (nella foto insieme al figlio), 68enne romano residente nel quartiere di Due Leoni, a pochi passi da Borghesiana –. Dopo aver scoperto che mi mancavano poche settimane di vita, si è messo alla ricerca di cure alternative ed ha trovato l’Artemisia”.
La storia della malattia di Amedeo ha inizio a settembre 2013, quando venne ricoverato a seguito di un infarto. “I medici notarono delle perdite di sangue nel catetere così, dopo una visita urologica, mi venne diagnosticato un grosso papilloma alla vescica”. Quando giunse il periodo dell’operazione, il 31 marzo all’ospedale San Filippo Neri, i chirurghi decisero di non procedere. “Avevano scoperto che la massa tumorale era troppo estesa, così venni dichiarato inoperabile”, spiega Amedeo.
La scoperta dell’Artemisia Annua
La dieta vegana
Anche qui, tutto inizia per caso. Dopo il servizio andato in onda sul programma “Le Iene”, ha iniziato a circolare la notizia che una dieta prettamente vegana potrebbe a ridurre il rischio di contrarre numerose malattie, tra cui i tumori, o addirittura sconfiggerle. Molti scienziati, come il famoso Colin Campbell, autore del best seller “The China Study”, e nutrizionisti come la dottoressa Maria Papavasileiou promuovono da tempo questo tipo di alimentazione. “Adotto un regime semi vegano – spiega – Il che vuol dire che ogni tanto, circa il 5% della mia alimentazione, è di provenienza animale”. Nonostante sia già guarito da diversi mesi, Amedeo non intende abbandonare questo stile di vita.
Il gruppo Facebook
“La mia storia, compresi i documenti ed i referti, sono consultabili sul gruppo Facebook ‘Quelli dell’Artemisia Annua’ – continua Amedeo –. Ad oggi siamo più di 12.000 iscritti. E pensare che l’ho aperto solo due mesi fa”. Il gruppo è stato creato con il solo scopo di “far conoscere la mia storia, in tanti avevano iniziato a chiedermi come avessi fatto. Non ho la presunzione di sostituirmi ai medici, racconto solo la mia esperienza”. E, nel frattempo, cresce sempre di più il numero delle persone, di ogni parte d’Italia, che si dichiarano guarite o in via di guarigione.
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