La nuova società
“L’andamento del punto vendita non più compatibile con il conto economico e le strategie commerciali di Unicoop Tirreno, e la volontà delle Coop del Distretto Adriatico di rafforzare la loro presenza nel Centro Sud – fanno sapere dalla nuova società -, sono alla base del cambio di gestione che ha lo scopo di accrescere la presenza Coop, tutelare soci e consumatori, realizzare un maggior radicamento nel territorio e salvaguardare l’occupazione”. Lo scorso 7 gennaio è stata sottoscritta un’ipotesi d’accordo tra Distribuzione Lazio, Unicoop Tirreno e le Rsa (assistite da Filcams, Fisascat, Uiltucs) poi ratificata dall’assemblea dei lavoratori dell’8 gennaio.
Assorbimento dei lavoratori
“Sulla base di questo piano – continua l’azienda – è stato stipulato l’accordo sindacale che in sintesi prevede l’applicazione del Contratto nazionale di lavoro della distribuzione cooperativa, il mantenimento dell’anzianità di servizio e le ferie non godute, restituiti il Tfr e le ore residue di riduzione oraria. Lungo il percorso di rilancio saranno adottate tutte le misure tese a ridurre l’impatto sociale della riorganizzazione e, se l’andamento lo consentirà, ad incrementare le ore di lavoro”.
La polemica
Un accordo che non convince l’Unione sindacale di base (Usb): “La Cooperazione appalta a se stessa il punto vendita aggredendo pesantemente diritti e salario dei lavoratori”. Per il sindacato, “la nascita della nuova società di capitali è il compimento della ‘ritirata strategica’ di Unicoop Tirreno dalla regione, in continuità con quanto successo recentemente in Campania”. E aggiungono: “I lavoratori subiranno una perdita secca di salario, di ore lavorate, vedranno trasformarsi il contratto da part-time in ‘modulare’ con la conseguenza di non poter programmare neanche la giornata successiva”.