La Regione si costrituisce parte civile
Un dibattito lungo. Dove l’opposizione ha voluto ribadire l’inefficacia della giunta, e del presidente, in qualità di controllore “della cosa pubblica”. Che le indagini, e gli arresti non sono solo al Campidoglio, “ma stanno colpendo anche gli uffici regionali – dice Valentina Corrado, capogruppo del Movimento cinque stelle in regione – come ad esempio l’ex capo di Gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venafro, indagato per tentata turbativa d’asta in relazione a un appalto per l’acquisto del servizio Cup”. Zingaretti annuncia, inoltre, che per il processo la Regione Lazio si costrituisce parte civile.
“Non mi dimetto”
Zingaretti nel suo discorso ricorda le misure adottate in termini di trasparenza, “un argine che ha reso difficile al sistema malavitoso di operare, ma evidentemente insufficiente, visto che se non fosse intervenuta la magistratura alcune azioni le avrebbero portate a termine. Anche qui”. Annuncia nuove misure di contrasto. Azioni però ritenute insufficienti: “Deve essere più concreto, la Regione ne ha bisogno – interviente Francesco Storace de La Destra -, altrimenti ci uniremo anche noi al voto di sfuducia”. Ma la realtà, è che è un dibattito sterile. Dove all’apperenza gli unici a chiedere la fine dell’amministrazione Zingaretti sono i pentastellati.
Vincenzi assente in aula
Dalla maggioranza pieno sostegno a Vincenzi, sul quale in molti dicono che ha adottato “una scelta di stile, visto che non era tenuto a dimettersi da capogruppo”. Per Storace invece il dubbio: “Siamo sicuri che non sia indagato? E da quanto tempo?”. Mentre per i Cinque stelle “è ancora troppo poco – continua Corrado -, resta un consigliere, chiamato a legiferare in aula insieme a noi”. Al posto di Vincenzi, è stato nominato Riccardo Valentini, eletto con la lista civica di Zingaretti, confluito poi nel Partito democratico lo scorso marzo.
Veronica Altimari
