Funerale con carrozza per Casamonica: il precedente a Tivoli per la “regina” degli zingari

Filomena è morta domenica 28 giugno all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli dove era ricoverata da un paio di giorni. Fino all’ultimo ha vissuto con il marito Angelo Di Silvio, 67 anni, originario di Genazzano, in un appartamento delle case popolari di via dell’Aeronautica a Borgonovo. Ed è stato proprio dalla chiesa Sant’Agostina Pierantoni, nel cuore del quartiere dove la famiglia vive da oltre trent’anni, che è partito il lungo corteo fino al cimitero di Tivoli. Quindici chilometri in tre ore di marcia che hanno bloccato in diversi punti la Tiburtina. Centinaia i passanti che si sono ritrovati ad assistere al corteo funebre, tanti quelli che hanno immortalato l’evento facendo foto video con i cellulari, per poi riempire le pagine dei social network quasi a raccontare la diretta del funerale.
aaafunerale2“Ma è un film?”, qualcuno se l’è chiesto alla vista dell’insolito corteo. Di finto però non c’era niente, nemmeno le decorazioni d’oro montate sul carro fatto venire apposta dal basso Lazio. Da quelle parti carri funebri del genere vengono spesso ingaggiati dalle famiglie di zingari per i funerali dei propri cari.
A Tivoli quello della signora Filomena è stato un addio come – a memoria d’uomo – non si era mai visto prima. Il feretro è stato trasportato dal carro nero con le tante decorazioni d’oro tra sculture di angeli e fiori. Statue di Gesù agli angoli della carrozza, lampade votive, la teca di vetro dietro alla quale era ben visibile la bara. E poi la scenografica figura del cocchiere a guidare i sei cavalli neri e con i drappi listati a lutto.
Ad occuparsi di tutta l’organizzazione è stata l’agenzia di onoranze funebri di Emanuele Pagnotta di via Antonio Parrozzani a Tivoli. Insieme ad Emanuele il suo braccio destro Luciano sono stati chiamati a curare un funerale come di sicuro non capita tutti i giorni. Ogni dettaglio è stato curato, dal cocchiere e l’assistente al “carro di scorta” nel caso ci fosse stato qualche infortunio durante il lungo tragitto. Code create sulla Tiburtina e traverse a parte, tutto è comunque filato liscio nelle tre ore di processione in salita verso il camposanto.

 

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Il ricordo del marito Angelo
“Mia moglie si meritava un ultimo saluto così grande – ha spiegato il marito Angelo, allevatore e commerciante di cavalli -. La conoscevano tutti ed è arrivata gente da tutta Italia. Perché la carrozza? Abbiamo voluto rispettare la nostra tradizione, una cosa di famiglia, ci teniamo molto. A Tivoli mai nessuno ha avuto un funerale così, solo mia moglie. Abbiamo preso una carrozza famosa per i funerali, con tutto l’oro che aveva sopra, e poi i bambini a lanciare i fiori per la strada”. Dietro al carro trainato dai cavalli infatti procedeva a passo d’uomo un camioncino con a bordo i nipoti della defunta. “Hanno gettato petali di 20 corone di fiori – prosegue Angelo – tutta la strada era colorata, si sono pure divertiti. C’erano fiori di ogni tipo, rose, margherite, fresie. E poi la bara, bellissima, di mogano di prima scelta. Alla messa abbiamo fatto venire anche la banda musicale”. Un addio davvero da regina. Sui costi della cerimonia la famiglia non vuole far trapelare nulla, ma secondo alcuni il conto totale è a quattro zeri. “E’ il funerale dell’anno, anzi a Tivoli anche di più” sentenzia Angelo.

 

Chi era la “regina”
aaafunerale morelli 7Nata ad Isernia il 30 gennaio del 1938, Filomena Morelli ha vissuto sempre a contatto con i cavalli. Da bambina seguiva papà Guido e mamma Maria Luisa Sarachella con la carovana dei carri per le varie ferie di tutta Italia. Da nord a sud ogni settimana un posto diverso. Fino all’incontro con Angelo, di dieci anni più piccolo. Un colpo di fulmine benvoluto anche dalle famiglie, entrambe impegnate nel commercio dei cavalli. Quando si sono conosciuti Filomena era già una ragazza da “maritare”, ma Angelo era ancora minorenne così hanno dovuto aspettare che compisse 18 anni, siamo nel 1966, per avere la benedizione del papà e celebrare il matrimonio. Insieme hanno vissuto qualche tempo ad Arce, paesino in provincia di Frosinone, poi fu proprio Filomena a volersi trasferire a Tivoli. Per trent’anni hanno vissuto al rione Colle, in via Campitelli, centro storico della Superba. Lì sono nati e cresciuti i sei figli Pasquale, Antonio, Federico, Massimo, Margherita e Laura, l’unica che attualmente vive fuori città. Poi trent’anni fa la famiglia è riuscita ad ottenere un alloggio popolare a Borgonovo dove risiede tutt’ora e dove crescono i quindici tra nipoti e pronipoti. Una, di 20 anni, porta il nome della nonna, Filomena.
“Quando ho chiesto a mio suocero di poter sposare la figlia – ricorda Angelo – era contento perché ero un cavallaro come loro, stessa mentalità. All’inizio giravamo anche noi per le fiere, a Filomena piaceva molto viaggiare con la carovana, lo faceva da bambina ed è stata una passione che ha sempre avuto. Si prendeva cura dei cavalli, qualche volta galoppava anche. Qui la conoscevano tutti quanti, sempre disponibile, aveva una parola buona per tutti. Perché la chiamavamo regina? Per il carattere che aveva, per il carisma, era una che decideva, le piaceva pure comandare”.
“Mia madre teneva molto alla famiglia – racconta il figlio Pasquale – noi siamo sei tra fratelli e sorelle e ci diceva sempre di andare d’accordo tutti quanti, di rimanere sempre legati, e infatti siamo così. Ogni volta che c’era qualche questione interveniva lei e metteva pace tra tutti, per lei la famiglia unita era una cosa da difendere sempre”. Ed anche come nonna era sempre molto affettuosa: “Con tutti i nipoti che ha era sempre circondata da bambini – prosegue Pasquale – le piaceva stare con loro, fare le feste per i bambini con la musica, poi era casalinga e le piaceva cucinare, soprattutto i dolci”.
“Mancherà a tutti quanti – conclude Angelo – però il ricordo che abbiamo lasciato con il funerale durerà per sempre”.

m.c.

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