A distanza di tre settimane dall’evento calamitoso, quello che si può vedere nel corso d’acqua è allarmante. All’altezza di Domus Marmi c’è un vero e proprio muro fatto di canneti, alberi caduti, e parte del materiale di Capati, finito li trascinato dalla corsa dell’acqua.
“Il rischio è quello di allagarci ancora alle prossime piogge se non vengono a ripristinare il corso d’acqua – spiega Tiziano Palmone, proprietario dei terreni dove sorge la ditta che vende materiale per l’edilizia -. Noi fino a dove siamo arrivati abbiamo recuperato il materiale e pulito, ma il resto devono farlo le istituzioni, io non ho i mezzi”.
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Senza contare che la piena ha reso gli argini ancora più delicati. A detta degli imprenditori, questo fosso non li ha mai preoccupati perché era molto contenuto e con un bacino largo al massimo quattro metri. Ora è diventato almeno di quindici. Una situazione a cui ora, le imprese, dovranno tener conto e riadattare le loro metrature per creare uno spazio adeguato al nuovo argine.
Veronica Altimari