Il Sindaco Fabio Cannella ha ricordato l’importanza del Tricolore, specialmente per un comune così giovane come quello di Fonte Nuova. Presenti alla Cerimonia il Generale di Divisione Giovanni Manione, Comandante della Scuola di Fanteria di Cesano, con alcuni Ufficiali, Sottufficiali e un picchetto armato con trombettiere, il Comandante dei Carabinieri della Compagnia di Monterotondo Salvatore Ferraro, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Mentana Luigi Faella, l’Associazione Nazionale Carabinieri di Fonte Nuova-Mentana, il Comandante dei Vigili Urbani di Fonte Nuova Carlo Rinaudo, i rappresentanti dell’ANSI (Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia – Sezione di Fonte Nuova), dell’ UNSI( Unione Nazionale Sottufficiali Italiani – Sezione di Mentana), della Croce Rossa “Comitato Nomentum”, della Guardia d’Onore Garibaldina Risorgimentale – Città di Guidonia, delle Guardie Giurate Volontarie, delle Guardie Venatorie Zoofile e il Comitato cittadini di Fonte Nuova.
A coordinare la celebrazione, il Cavaliere Ufficiale Antonio De Pari Vicepresidente Nazionale dell’ANSI (Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia) che ha fortemente voluto l’intitolazione della piazza e ha pagato la targa ricordo, scoperta insieme al Sindaco e al Comandante della Scuola di Fanteria.
Commossi il fratello Paolo e la madre Rita che hanno voluto ringraziare gli organizzatori e la vicinanza dell’Esercito. Mauro Simeoni era nato il primo marzo 1962. Dopo aver frequentato la Scuola Allievi Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, era entrato nei Reparti Speciali. In 14 anni di carriera aveva conseguito molti diplomi e brevetti di alto livello, viaggiando spesso tra l’Europa e gli Stati Uniti. Era diventato un istruttore all’ardimento tra i più qualificati e negli ultimi anni era effettivo presso la Scuola di Fanteria di Cesano. Presso quella struttura specializzata passavano tutti gli allievi dei reparti speciali delle forze militari organizzate: Guardia di Finanza, Carabinieri ed Esercito. Mauro Simeoni era una persona autorevole, ma ben voluta dai suoi allievi che spesso gli riportavano un ricordo dai loro paesi di origine.
Quella maledetta mattina del 23 luglio 1995 si è recato per servizio alla Caserma alla Cecchignola(Roma), perché erano arrivati cento allievi e stava montando la torre di ardimento necessaria per le esercitazioni.
La “prova di ardimento” consiste nel lanciarsi da una torre imbragati ad un cavo lungo circa 150 metri. Durante lo scorrimento lungo il cavo l’allievo deve eseguire alcune manovre essenziali per reagire ad una eventuale emergenza. E’ un esercizio che mette davvero a dura prova l’autocontrollo, perché l’emozione provocata dal vedersi sospesi e, soprattutto, dal lanciarsi da fermi e a freddo, da un’altezza di circa 18 metri, è certamente una cosa non del tutto usuale.
Cosa sia successo a Mauro Simeoni ancora non è chiaro dopo tutti questi anni. Il giovane Maresciallo è morto a 33 anni dopo 33 giorni di agonia. La Cerimonia, si è conclusa, con la benedizione da parte del Parroco di Tor Lupara Don Vito Gomellino a tutti i presenti.
di Fabio Orfei