Quando lo scorso settembre fu inaugurato il sottopasso all’altezza di via Rubelia, oggi unica via di accesso e uscita da Settacamini sulla Tibutina, e incrocio “maledetto” per gli abitanti, il cantiere di via Trevi del Lazio tornò a far discutere. Un’opzione “percorribile” per l’allora assessore ai Lavori pubblici di Roma Capitale, Paolo Masini. Ma nel corso degli ultimi mesi ci sono stati due rimpasti di giunta, la “caduta” del sindaco Ignazio Marino, i lavori bloccati perché i dipendenti della Tecnis (l’azienda appaltatrice per i lavori sulla Tibrtina) sono senza stipendi da oltre sei mesi.
Eppure c’era ancora chi ci sperava: “Questa strada è stata bloccata perché furono trovati dei reperti archeologici quindici anni fa, ma da quando gli scavi sono terminati non si è fatto più nulla – spiega Alessandra Gianni del ‘Movimento Settecamini’, nella foto a sinistra -. Quello che è rimasto è una discarica a cielo aperto, una strada chiusa e che sta crollando, e noi residenti bloccati letteralmente nel quartiere per il traffico, visto che c’è solo una via d’uscita”.
Il raddoppio della Tiburtina è costato finora cento milioni di euro. Suddivisi in due lotti funzionali, con una delibera di giunta approvata anche dal Sar (Sovrintendenza archeologica romana). Il primo che comprende tutta la tratta, dal chilometro 9,3 al 15,8, del valore di circa 70 milioni, sarebbe in fase e di ultimazione. Il secondo lotto, che comprende tra l’altro lo snodo degli autobus e collegamento ad altri mezzi pubblici in zona Marco Simone, direzione Guidonia, vale circa 30 milioni di euro. Ma sui fondi a disposizione e i tempi di realizzazione è ancora un mistero.
I forti ritardi dei cantieri nel corso dell’ultimo decennio dovuti prevalentemente alle indagini archeologiche (gli scavi sono costati da soli circa 9 milioni euro), all’azienda esecutrice dei lavori lo scorso anno , sarebbe stato riconosciuto un risarcimento danni di circa otto milioni di euro. A carico del Comune di Roma.
“Ci chiediamo quali siano, e quali saranno, i benefici dell’allargamento della Tiburtina – conclude Gianni –. Non ha risposto al bisogno di viabilità per i pendolari in entrata a Roma, figuriamoci a quelli dei residenti di Settecamini. Soldi spesi male e che vedono gli operai al lavoro senza stipendio da mesi. La situazione sta diventando ormai fuori da ogni controllo e logica”.
Ve. Al.