Guidonia – Rifiuti, affidamento diretto alla Eco Consul. Otto avvisi di garanzia in Comune

Otto avvisi di garanzia sono stati recapitati a Palazzo Matteotti. I destinatari sono sette amministratori e un dirigente, indagati a vario titolo per abuso d’ufficio e altre ipotesi di reato. Alla base dell’inchiesta, la determina dirigenziale numero 32 del 20 aprile 2012 in cui veniva affidato l’appalto alla Eco Consul srl per la gestione, trattamento e smaltimento dei rifiuti. A finire nel mirino dei pubblici ministeri Luigi Pacifici e Andrea Calice, titolari dell’inchiesta sul “Sistema Guidonia” sono: l’ex dirigente all’Ambiente firmatario del provvedimento, Giovanna Recchia, e i membri della Giunta comunale di allora, il sindaco Eligio Rubeis, il facente funzioni Andrea Di Palma, gli assessori (ed ex assessori) Marco Berlettano, Massimo Casavecchia, Patrizia Salfa, Enrico Scattone, Domenico Zulli.

Gli amministratori devono rispondere della delibera di giunta comunale numero 221 del 26 settembre 2012, con la quale fu approvato il progetto “Centro di raccolta materiali provenienti da raccolta differenziata” presentato dalla Eco Consul srl, in un’area di proprietà privata intestata ad una nota famiglia di imprenditori locali, sulla via per Sant’Angelo Romano, a ridosso delle cementerie.

 

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Tuttavia, a dare il via alla Eco Consul, era stata la dirigente Giovanna Recchia con la determina 32/2012. Ed è proprio il funzionario comunale a sembrare più “inguaiata” almeno a giudicare dall’avviso di garanzia notificato stamane, giovedì 24 marzo: indagata su due ipotesi di reato da sola, in una terza figura con l’allora assessore all’Ambiente Enrico Scattone, in una quarta sempre con Scattone e il sindaco Eligio Rubeis, dal 20 luglio agli arresti domiciliari.

Nel provvedimento, la dirigente, evidenziava che alla bara europea bandita a dicembre 2011, nessuna ditta si era presentata, e il milione e mezzo di euro era rimasto “nel cassetto”. Tuttavia, sempre la Recchia, sottolineava la necessità di affrontare nell’immediato il problema della gestione del rifiuto organico, visto l’avvio della raccolta porta a porta, “per la carenza di impianti di compostaggio autorizzati in seguito alle chiusure imposte dalla Regione Lazio” e “l’impossibilità di smaltire tale rifiuto all’interno delle discariche” dovuta alle nuove norme regionali e comunitarie in materia.
Che fare? Nella stessa determina il dirigente annota che “viste le difficoltà per il trattamento di rifiuti provenienti da raccolta differenziata”, non le rimaneva che accogliere “a braccia aperte” l’offerta della Eco Consul srl: carico, trasporto e conferimento in impianti di compostaggio della frazione organica, con la disponibilità di una stazione di carico su vasche, alla modica cifra di 143 euro a tonnellata. Con la previsione annuale di spesa di un milione 452mila euro.
Insomma, gara comunitaria andata deserta, l’avviso pubblico d’affidamento del servizio in fase di pubblicazione, mentre la Eco Consul srl, dal 2012, gestisce con affidamento diretto un appalto del valore annuo di circa 1,5 milioni di euro. Somma che aumenta, di anno in anno, con l’incremento dei volumi di raccolta differenziata.

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