Villaggio Prenestino – Aggredito e rapinato in casa: “Ho paura che possano tornare ”

Solo uno dei quattro rapinatori, che hanno agito vestiti in blu ma con il volto scoperto, è stato rintracciato e arrestato dagli agenti del Reparto volanti della Polizia di Stato poco dopo in un B&B di Corcolle, in via Montottone, identificato per L.V., romeno di 37 anni. Ora sul caso lavorano i poliziotti del commissariato Casilino.
Taglio alla mano sinistra con tre punti di sutura, contusioni alle costole, botte alla testa, ferita al labbro, è stato medicato all’ospedale Vannucci di Tor Pigattara. Sette giorni di prognosi e antidolorifici cinque volte giorno, ma poteva andare molto peggio.

 

Cosa prova a distanza di tempo dalla rapina subita?
Più giorni passano più mi rendo conto di quello che è successo. La paura più grande è pensare che tre dei quattro rapinatori sono ancora fuori. E se decidono di tornare?

Pensa che vogliano vendicarsi? In fondo il colpo non gli è riuscito.
Più che altro si sono portati via le chiavi delle mie due macchine parcheggiate in cortile. Cosa volevano fare? Se non avessi reagito, sarei qui a raccontarlo? E mia moglie? Cosa le sarebbe successo?

Quella sera cosa stava facendo quando è stato aggredito?
Erano le 19 e stavo sistemando le piante in cortile, quando ho notato un’ombra. Pensavo fosse mio genero, ma poi quando ho alzato gli occhi e ho visto questo soggetto, che con i tre compari hanno scavalcato si sono avventati su di me. “Zitto, altrimenti ti ammazziamo”, e mi hanno costretto ad aprire la porta di casa. Ho provato a reagire, ed hanno iniziato a colpirmi ferocemente con calci e pugni. È stato terribile. Per una strana coincidenza i miei due rottweiler erano giù con mia moglie, gli stava dando da mangiare.

Una volta in casa sono continuate le violenze?
Mi hanno subito immobilizzato, ad ogni mio tentativo di liberarmi giù botte. Mi hanno colpito più volte in testa con un soprammobile d’argento. E colpito ferocemente sul corpo e in faccia. Ero ridotto male e mentre due di loro mi tenevano fermo su una poltrona, ho visto gli altri correre nell’altro lato della casa. Lì ho pensato, “ecco, ora che faranno”.

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Pensava a sua moglie?
Certo. Era giù con i cani e quando la porta è chiusa non si sente nulla. Fortunatamente ho visto che sono andati al piano di sopra, per rubare tutto quello che trovano. Quindi una volta rimasto solo con i due banditi ho provato nuovamente a reagire, ad uno di loro ho fatto male ad una gamba.

Cosa vi hanno portato via?
Due anello d’oro di mia moglie, il mio orologio di Philippe Madec da 15 mila euro, il portafoglio e le due chiavi delle macchine, che sicuramente volevano portare via.

Il pensiero delle macchine è costante.
Si perché probabilmente volevano portarle via con tutto quello che potevano caricare. Ma poi cosa sarebbe successo a me e mia moglie? Erano a volto scoperto, ci avrebbero lasciati vivi? Io non credo. E non riesco a pensare ad altro.

Sua moglie li ha messi in fuga?
Si, ha sentito dei rumori e quando è venuta in salone e ha visto la scena di me insanguinato con questi due che mi tenevano violentemente, è subito tornata indietro per cercare di chiamare aiuto. Quando uno di loro si è accorto di lei hanno provato ad inseguirla lanciandogli degli oggetti. Allora lei è uscita dall’altro lato della casa gridando “aiuto carabinieri”, così loro sono scappati pensando che fossero già qui.

Li ha inseguiti, cosa pensava di fare?
Volevo prenderne almeno uno, quello più grosso a cui avevo fatto male ad una gamba durante la colluttazione zoppicava e mentre cercava di scavalcare l’ho preso per le gambe ed è li che mi ha ferito con il coltello alla mano.

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Come spiega la sua reazione?
Sicuramente l’adrenalina del momento. Ho sempre difeso le mie cose. Mi sono sudato tutto quello che ho e non accetto che mi vengano portate via. O che tocchino la mia famiglia.

Cos’è cambiato nel suo quotidiano?
Vivere con il timore che questi delinquenti possano tornare. Avere attaccato ai pantaloni il sistema d’allarme nuovo, basta schiacciare e i soccorsi arrivano subito. Per il resto non ho avuto timore di tornare in salone, dove è accaduto tutto. Siedo sulla stessa poltrona dove mi hanno tenuto prigioniero in quegli istanti. Mia moglie invece non ci viene più. È ancora sotto choc e forse questa è la cosa che più mi fa male.

È stato aggredito che era ancora giorno, cosa sta succedendo?
Non abbiamo nessuno che ci tutela, le forze dell’ordine sono inesistenti in questo comprensorio, non c’è nessuno. Quindi questi delinquenti agiscono sapendo di poter operare indisturbati. Ora che polizia carabinieri arrivano qui, hanno tutto il tempo di fare la rapina e scappare.

Vi sentite sotto attacco?
Si, nelle ultime settimane ce ne sono stati molti di tentativi e di rapine eseguite, certo non con la violenza con cui hanno agito nei miei confronti. Abbiamo bisogno di maggiore sicurezza. Non sono d’accordo con le armi in casa e penso non sia giusto farsi giustizia da soli, ma la gente non può vivere nella paura.

Come si sono comportati i vicini?
Molti sono stati accanto a noi quella notte, e li ringrazio. Ma alcuni residenti delle vile qui vicino non sono nemmeno venuti a sapere delle mie condizioni. Ci sono rimasto male, tanto menefreghismo non me lo spiego. Eppure avrebbe potuto accadere anche a loro.

 

Veronica Altimari

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