Tivoli – Colle Cesarano, un convegno per illustrare le terapie e i percorsi riabilitativi adottati

“La struttura residenziale terapeutico riabilitativa intensiva (Srtri), dove si trattano prevalentemente patologie acuzie e post acuzie, ha una capienza di 20 posti letto – introduce Giovanna Raimondo, direttrice della struttura Residenziale psichiatrica di Colle Cesarano -. Solitamente la permanenza media dei degenti varia dai 60 fino ai 90 giorni. Pazienti che provengono prevalentemente dalla Asl Roma 2 e dalla Roma 5”. Ma non solo, perchè sono molti anche quelli che arrivano da Abruzzo, zona della Marsica, e dalla Ciociaria. “Nelle nostre strutture – contimua Raimondo – trattiamo anche patologie legate a disturbi psichici correlati con l’abuso di alcool o sostanze stupefacenti. Nel 2015 ben il 27,43% dei ricoveri e’ legato all’abuso di queste sostanze”.
La dottoressassa Donatella Arduini, della Struttura residenziale terapeutico riabilitativa estensiva (Srtre) spiega: “Dopo la riconversione della struttura lo staff medico e’ stato integrato con nuove figure professionali, dai tecnici di riabilitazione psichiatrica a quelli tecnici psicologici. Uno dei servizi esclusivi offerti da Colle Cesarano è quello denominato come ‘Taxi’, ovvero un graduale reinserimento sociale dei pazienti con il quale vengono prelevati dal centro per essere fargli vivere, accompagnato ovviamente, la normale vbita all’esterno, come la visita in un negozio o al bar”. Un modo per far interagire i degenti con personale che non sia medico, fino all’utilizzo autonomo dei mezzi pubblici, “piccoli passi necessari per il reinserimento di una soggetto nella società, sottolinea Arduini.

Giuseppe Nicolò, direttore Dipartimento salute mentale di Colle Cesarano, concentra il suo intervento sulla situazione che gravita intorno alla clinica di Villa Adriana: “Colle Cesarano, è forse la struttura più ispezionata, ciò ci permette di stabilire che si tratta di un centro di assoluta eccellenza, dove i parametri strutturali di efficienza vengono rispettati”.

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Durante il convegno sono state esposte numerose relazioni mediche circa i trattamenti che vengono offertii ai pazienti, in cura anche nelle strutture residenziali socio riabilitative h24 e h12. Proprio da quest’ultima, si è concentrata la storia di due degenti, Dario e Lidia, che grazie ai permessi di uscire all’esterno della clinica, hanno trovato l’amore tra loro. Una storia raccontata dalla dottoressa Francesca Nardi: “Lidia ha 41 anni con una lunga storia in ambito specialistico, affetta dal disturbo della personalità, atti autolesionistici e abuso di alcool – spiega . Il suo percorso in comunità h12 si è concentrata con attività farmacologica e terapeutici e riabilitativi. Importante il lavoro svolto dai famigliari e lo staff soprattutto perchè la paziente ha riconosciuto la malattia riuscendo a riconoscere per tempo i sintomi. L’altro paziente è Dario, un uomo di 49 anni affetto da schizzofrenia paranoide.Già in età adolescenziale faceva abuso di sostanze stupefacenti costringendolo a numerosi ricoveri. Lui e Lidia hanno partecipato a molti gruppi di confronto con psicologi e familiari. Ciò gli ha permesso un graduale riconoscimento della realtà e una riabilitazione dell’esperienza patologica fino ai permessi d’uscita. Sono stati dimessi lo scorso maggio grazie a buon supporto farmacologico, ora vivono insieme restando costantemente monitorati”.
Un’esperienza con la quale Nardi ha voluto racchiudere il senso delle cure e dei trattamenti che offrono. Per tutti quellic he sperano di poter tornare ad una vita ordinaria.

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