Non a caso Carlo Magno fu uno dei primi estimatori di questa varietà che appartiene alla famiglia dei borlotti, ha grandi dimensioni e un colore bianco crema con screziature rosse: una delizia da assaggiare il 3 e 4, e ancora il 10 e l11 settembre, alla 42esima edizione della Sagra ad esso dedicata. Due fine settimana consecutivi nei quali tra musica dal vivo, bande e spettacoli vari, sarà possibile gustare i fagioli regina conditi con un filo dolio della Tuscia ma anche con salsicce, cotiche, gnocchetti e insalata nelle tipiche ciotole di terracotta, insieme a gustose specialità alla brace e allottimo vino della zona.
Leggenda vuole che Carlo Magno, dopo aver mangiato troppo alla corte papale durante i festeggiamenti per la sua incoronazione ad imperatore, venne colpito da un attacco di gotta nel territorio di Sutri e guarito con questi fagioli. Di certo questo prodotto è fortemente radicato nel territorio almeno dal 700, quando, alle colture di canapa dimesse a causa del loro sempre minore impiego, si sostituirono quelle di fagioli; l’acidità dei terreni della zona, l’elevata umidità dell’aria e le temperature basse tipiche delle piccole valli dove viene coltivato, danno vita a una varietà dal gusto unico e dalla buccia che si mantiene particolarmente tenera dopo la cottura.
A fare da cornice alla manifestazione sarà lo splendido centro storico di Sutri, ultima tappa sulla via Francigena prima di arrivare a Roma. Un piccolo gioiello che conserva tesori come il Parco Archeologico di unantichissima Necropoli etrusco-romana con le suggestive tombe rupestri che sorgono proprio davanti alla via Cassia, lAnfiteatro Romano e il Mitreo, la Cattedrale di Santa Maria Assunta con la cripta di epoca longobarda e la Chiesa Templare di Santa Maria del Tempio, utilizzata come tappa nel cammino sullantica via Francigena che dalla Cattedrale di Canterbury portava a Roma. Vero e proprio cuscinetto geografico tra l’Etruria a Nord e a Ovest, l’Agro Falisco a Est e Roma a Sud, Sutri sorge su un alto sperone tufaceo che domina, oggi come ieri, la via Cassia: una posizione strategica che lha resa nei secoli snodo fondamentale per lo sviluppo della civiltà etrusca prima, e di quella romana poi.