“Confermate anche tutte le altre aliquote relative a tasse comunali e servizi a domanda individuale (TOSAP, TASI a 1.4, “fida pascolo”, pubbliche affissioni e pubblicità, illuminazione votiva a dieci euro annui, centro estivo per i minori, mensa scolastica) che risultano tutte al di sotto della media nazionale. Fatti i relativi confronti, anche per il 2018 San Polo dei Cavalieri risulta essere il Comune con la più bassa pressione tributaria e impositiva fra tutti quelli del Nord Est di Roma” ha spiegato ancora il sindaco, ne abbiamo parlato qui. Secondo il consigliere comunale Mirko Fina la situazione però è un’altra, ecco cosa ha spiegato in una nota Facebook:
“Non so dove il sindaco abbia studiato matematica, ma i conti non tornano: il Piano Finanziario della TARI nel 2017 ammontava a 617mila euro, nel 2018 sarà 604mila euro: quindi una riduzione totale di circa il 3%.
Il totale a carico delle utenze domestiche passa da 560mila euro nel 2017 a 549mila nel 2018, con una riduzione di circa il 2%.
Il totale a carico delle utenze non domestiche (comprese quindi le attività commerciali) passa da 57mila euro nel 2017 a 56mila nel 2018, con una riduzione di circa l’1,8% e non del 18% come scritto e dichiarato dal sindaco. Forse ha perso la virgola da qualche parte? Inaccettabile.
Il sindaco afferma che da anni abbiamo la più bassa pressione tributaria del Nord-Est. Falso!
A San Polo il costo pro capite (quindi per singolo cittadino) della Tari ammonta a circa 200 € (604.000 € : 3000 abitanti = 201€).
A Vicovaro il costo pro capite è di 152 € (624mila € : 4100 abitanti)
A Moricone di circa 142 € (400mila € : 2800 abitanti).
Secondo la Ragioneria dello Stato nel 2016 (ultimi dati disponibili, pubblicheremo i nuovi non appena disponibili) l’indicatore della pressione tributaria era di 398 € per San Polo e 383 per Vicovaro.
Sempre nel 2016, San Polo avrebbe dovuto incassare dai cittadini circa 453 € da ogni cittadino, mentre Moricone solo 329.
Andate voi stessi a verificare su WWW.SIOPE.IT.
Quel che è davvero insopportabile è l’arroganza con cui il sindaco pensa di poter mischiare le carte e ingannare i cittadini”.