Monterotondo – Rebecca Iachetta – III D – IC Campanari SMS Cardinal Piazza

ercole furiadipintoHo intervistato il maestro Furia per conoscere meglio uno dei personaggi più rappresentativi del panorama culturale di Monterotondo, cercando di evidenziare soprattutto da cosa nasce la sua passione per l’arte.

Maestro Furia, quando si è accorto di avere la passione per l’arte?
Ho cominciato ad appassionarmi al disegno a 10 anni. Ero molto bravo e ho iniziato illustrando il giornalino del collegio che frequentavo. Già allora ero appassionato di tecnologia, di volo e di strumentazione aerea, quindi disegnavo a matita aerei. A 14 anni ho cominciato con il colore, il passaggio è stato difficile poiché ero autodidatta. Per avvicinarsi alla pittura serve un’ottima conoscenza del colore per essere il più vicino possibile alla realtà. Dopo tanti anni ci si perfeziona e così nasce una familiarità tra colore e disegno. Quello che conta è la conoscenza che ti permette di arrivare al realismo.

 

A quale corrente si ispira la sua pittura?
Quando mi sono accorto che il mio colore aveva raggiunto la realtà, è lì che ho scoperto che la mia pittura apparteneva alla corrente del realismo. Sono passati 43 anni da quando tutto ciò è iniziato, adesso sto raccogliendo il frutto di ciò che si dice “il dipinto che si avvicina alla realtà”.  Il mio lavoro è frutto di passione ed esperienza. Vent’anni fa i risultati ovviamente non erano quelli di oggi, perché dovevo ancora apprendere tante cose. Nella pittura è molto importante studiare le ombre e le luci. Quando faccio un discorso di colore devo sempre considerare se il soggetto viene colpito dalla luce o da una zona d’ ombra. Per esempio, un rosso colpito dalla luce ha un effetto naturale, se viene colpito da una zona d’ombra non è lo stesso rosso. Conoscere la tecnica luce-ombra porta alla realizzazione di un dipinto realista, cioè vicino alla realtà. L’esperienza porta alla conoscenza. A volte si commettono degli errori da cui si impara a perfezionare le sfumature, quindi a migliorare i risultati futuri.

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I suoi dipinti l’hanno portata a conoscere personaggi famosi e a ricevere riconoscimenti importanti …
In tutti questi anni ho collaborato con l’Aeronautica militare, con i Carabinieri, con la Polizia di Stato, con l’Esercito, ma anche con giornali, riviste e televisioni … per cui sì, ho conosciuto tanti personaggi importanti. Di riconoscimenti ne ho ricevuti diversi. Il 14 febbraio di quest’anno, ad esempio, sono stato nominato Cavaliere con una medaglia all’onore ricevuta dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica. Mi è stato riconosciuto il merito di aver contribuito alla conoscenza culturale del nostro Paese attraverso dipinti della nostra storia.

C’è un dipinto da lei realizzato che ritiene più importante?
Dipinti importanti lo sono tutti, perché ogni dipinto ha una ricerca, una passione e una motivazione. Uno a cui tengo particolarmente è il ritratto dedicato alla memoria del giudice Paolo Borsellino, esposto in occasione del diciannovesimo anniversario della strage di via d’Amelio a Palermo. E come dimenticare il dipinto che nel 2009 ho dedicato ai 40 anni dallo sbarco dell’uomo sulla Luna.  Per quest’opera la NASA ha curato una pubblicazione.

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C’è qualche grande pittore a cui si ispira?
Per quanto riguarda il discorso sulle luci e sulle ombre, da autodidatta, mi sono ispirato a Caravaggio. Canaletto è stato invece importante dal punto di vista paesaggistico.
Cosa direbbe ad un ragazzo con la sua stessa passione se venisse da lei a chiederle un consiglio?
Per prima cosa chiederei al ragazzo cosa gli preme davvero sapere. Mi ritengo una persona aperta, ben disposta ad aiutare e dare consigli. Non nutro gelosie e non custodisco segreti, però un po’ di orgoglio nel saper interpretare un’immagine uno cerca sempre di mantenerlo! Il consiglio che certamente mi sentirei di dare ad un giovane artista è di attraversare un certo numero di fasi nel suo percorso, fasi che poi porteranno alla realizzazione del dipinto. L’ importante è avere calma, pazienza, non bisogna preoccuparsi degli errori che si commettono, perché è proprio da quegli errori che si può capire come migliorarsi ed ottenere alla fine un buon risultato.

 

DI REBECCA IACHETTA
CLASSE TERZA D
IC CAMPANARI
SMS CARDINAL-PIAZZA

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