A darne notizia è stata la stessa società, con una nota pubblicata sul proprio sito in cui ripercorre la storia romanista di Cardarelli, dal giorno del suo provino fino a quando l’allora presidente Franco Sensi, nel 1994, gli affidò il ruolo di rappresentante del Club presso la tifoseria organizzata. «L’AS Roma – il comunicato della società -, esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Amos Cardarelli, difensore della Prima Squadra giallorossa negli Anni 50». Portato in giallorosso da Fulvio Bernardini, la sua trafila inizia del settore giovanile: nel 1950 raggiunge la finale del Torneo Viareggio. Fino al 1957 ha giocato nella Roma, divenendo un punto fermo della squadra che ha vinto il torneo di serie B nel 1951-52. Dopo sette anni passa all’Udinese, poi all’Inter, al Lecco e alla Tevere Roma, dove smette di giocare nella stagione 1962-1963. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, comincia la carriera da allenatore dapprima con il Palestrina (’70-’71), poi a seguire con l’Acotral Roma, il Frosinone, l’Almas Roma e il Banco di Roma nella stagione ‘81-’82. Amava Monterotondo come pochi altri, sempre attento alle vicende calcistiche della città eretina, era solito seguire la domenica mattina le partite del Monterotondo e del Monterotondo Scalo dall’alto della sua grande competenza calcistica. Amava il calcio tecnico e leale e non si ricorda mai di lui un episodio di nervosismo in campo essendo naturalmente dotato di grandissimo fair-play, così è stato anche quando è stato allenatore. E’ stato per molti anni ospite delle trasmissioni radiofoniche del giornalista Carlo Monteverde a Radio Onda Sabina, il giornalista lo ricorda così: “Personaggio eccezionale per competenza calcistica e per la sua grande educazione. E’ stato per molti anni ospite delle mie trasmissioni radiofoniche a “Ros Lo Sport”, da sempre è stato un grande tifoso della Roma, grande è stata la sua amicizia con il presidente dello scudetto giallorosso Sensi, e ricordo ancora alcuni suoi aneddoti gustosi. Uno ad esempio lo riguardava all’epoca della sua milizia nella file dell’Inter. La squadra nerazzurra giocò una partita in Brasile contro il Santos del giocatore più forte di tutti i tempi, Edson Arantes Do Nascimento detto Pelè. Amos Cardarelli mi portò in Radio, a via Mameli dove erano gli studi dell’emittente allora diretta da Giancarlo Cassoletti, una foto nella quale lui, Amos, entrava in scivolata togliendo il pallone al grande Pelè. Non so quanti giocatori al mondo hanno avuto la fortuna di giocare contro Pelè e soprattutto di essere immortalati mentre gli toglievano il pallone. Poi un altro aneddoto gustoso fu quando raccontò di avere giocato una partita, sempre con la maglia dell’Inter, contro la Juventus. Il giorno dopo si sposò e in viaggio di nozze con la sua signora si recò a Capri. Nella celebre “piazzetta” dell’isola cara all’imperatore romano Tiberio, Amos Cardarelli fu riconosciuto da Gianni Agnelli, presidente della Juventus, che si alzò dal tavolino dove era seduto con amici e offrì una coppa di champagne proprio ad Amos Cardarelli. Lui rimase colpito da questo episodio e disse con le lacrime agli occhi di come fosse stato possibile che un personaggio così importante del calcio italiano potesse fare un gesto del genere a lui, un calciatore normale, come si definiva lui. Questo era Amos Cardarelli, un gentiluomo del calcio”. Un altro eretino doc che ha conosciuto Amos Cardarelli è Umberto Silvestri, presidente della “Pia Unione di Sant’Antonio”. Amos Cardarelli è stato da sempre un grande devoto del Santo: “E’ stato per molti anni con la Pia Unione e ricordo che mi è stato riferito che lui ha custodito il santo in casa quando militava nelle file della Roma. Portò la squadra giallorossa, i suoi compagni di squadra, a Monterotondo per la festa del Santo. A tutti raccontò che fu proprio il Santo a salvargli la vita quando tornando da una trasferta in Nord Europa lui contrasse una forte polmonite. E’ stato anche presidente negli anni 80/90. Una grande personaggio, un grande monterotondese”.