Dopo l’assegnazione dell’incarico professionale per i rilievi topografici della pista ciclabile, affidato in data 12 dicembre 2017 al geometra Lorenzo Angeloni, è invece del 6 luglio 2018 l’assegnazione all’ingegner Umberto Tirabassi dell’incarico professionale per la progettazione definitiva ed esecutiva della pista ciclabile.
Si riaccende dunque l’interesse sul tema e il 23 luglio 2018 il comitato di quartiere San Martino ha presentato all’amministrazione comunale, all’architetto Luca Lozzi e all’ingegnere Umberto Tirabassi, la propria idea su come il nuovo tracciato della pista possa sposarsi con la vivibilità del quartiere, evitando che il progetto si trasformi in una “cattedrale nel deserto”.
Non una protesta dunque, bensì alcuni suggerimenti da chi vive la propria strada di casa e il quartiere tutti i giorni da anni.
“Il comitato di quartiere, allo stato attuale del progetto, rileva delle problematiche che andrebbero a incidere sia sulla sicurezza degli abitanti del quartiere, sia degli utenti della pista ciclabile.” –ha spiegato a Tiburno Gianfranco Carboni presidente del comitato di quartiere San Martino- “In particolare, l’attuale progetto, prevede di utilizzare la parte alta della strada di quartiere –dove si trova la nuova chiesa in costruzione- per raccordare l’attuale pista ciclabile con la nuova che passerebbe all’esterno del quartiere, sul lato di Tor Mancina. Questo crea problemi per la sicurezza perché, passando adiacente ai marciapiedi, attraversa accessi carrabili e stradine locali, le basi per probabili incidenti.
D’altro canto costringe i ciclisti ad attraversare prima la strada di San Martino e poi la strada locale e la Tangenziale. Disincentivando l’utilizzo della pista. Quindi c’è il rischio che, così facendo, si creano problemi alla viabilità stradale e si realizza un’ opera che non verrebbe utilizzata. Il ciclista, a quel punto, eviterebbe di percorrere la tangenziale o la strada locale evitando quest’opera.”
Queste dunque le problematiche rilevate dal Comitato di Quartiere San Martino il quale, nel rivolgersi a Palazzo Orsini, sottolinea come:
“Noi richiediamo sostanzialmente, visto che questa cosa è già a conoscenza sia dell’amministrazione comunale che del progettista, che venga realizzato un sottopasso prima dello svincolo lato Monterotondo, in modo che il ciclista che percorre l’attuale pista ciclabile si trova quasi automaticamente sull’altro lato della strada, eliminando pericoli e interferenze sul traffico. Considerando che l’idea progettuale prevede, in prossimità del sovrappasso sulla ferrovia, di ampliare la struttura di sostegno della tangenziale da utilizzare come sede della pista, che questa comporta opere importanti, al fine di recuperare il costo del sottopasso, si potrebbe utilizzare parte dell’attuale sede della tangenziale, recuperandolo, spostando lo spartitraffico dal lato del quartiere e rettificando i marciapiedi del quartiere.”
Nel porre le proprie conclusioni, il presidente del Comitato di Quartiere sottolinea come il suo stesso quartiere sia pronto a fare dei sacrifici, come spiegato in conclusione dal presidente Carboni: “Vorrei far notare che il quartiere è disponibile a sacrifici a condizione che venga realizzata un’opera sicura, utile e che non impatti negativamente sulla viabilità. A puro titolo collaborativo, inoltre, sarebbe auspicabile che la pista proseguisse lato Tormancina, fin dopo la tangenziale, fiancheggiando la rotonda del Grillo e scavalcasse, subito dopo la traversa del Grillo, oppure, visto che è previsto l’attraversamento della strada del Grillo con un cavalcavia, si potrebbe mantenere la quota attuale del cavalcavia sulla Salaria per proseguire senza dover scendere e risalire al di là della traversa del Grillo.”
Monterotondo – Raccordo ciclabile, le proposte del comitato di quartiere San Martino
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