Da Remo Vernile della Feneal-Uil, Daniele Mancini di Filca-Cisl e Claudio Coltella segretario generale di Fillea-Cgil riceviamo e volentieri pubblichiamo:
“A quanto pare le nostre più recondite paure stanno prendendo forma. Sono ormai molte le aziende che denunciano uno stato di crisi, molti i lavoratori in cassa integrazione e adesso, notizia di poco fa, arrivano i licenziamenti. Questo il risultato di un anno di immobilismo sul tema Cave. Il clima di incertezza sul futuro del travertino ha determinato il venir meno della fiducia dei client e quindi di ordini sui prodotti lavorati, privilegiando i blocchi grezzi magari come accumulo per il futuro. Lo avevamo detto già durante la fase acuta della crisi, questo settore e questo territorio hanno bisogno di programmazione per poter essere o diventare fonte di ricchezza per Guidonia e Tivoli ed invece l’odierna incertezza lo fa restare un problema e basta. Stavolta le colpe se le dividono in parti uguali amministrazione e imprenditori arroccati nel loro castello della ragione, senza curarsi delle conseguenze sui lavoratori uniche vittime insieme al territorio di una guerra di interessi economici mascherati da ideologia. Siamo stufi di carte bollate buone solo a far guadagnare avvocati ed esperti più o meno qualificati, che non producono nulla se non disoccupazione e paura per il futuro, di lavoratori e famiglie che non meritano questo. I lavoratori delle cave e dei laboratori, ma anche crediamo i cittadini, non vogliono più sentir parlare di rimpalli di responsabilità, buone intenzioni disattese e promesse che non producono nulla, vogliono certezze sul futuro e le vogliono adesso. Il comune di Guidonia si è impegnato a convocare le parti per la ricerca di una soluzione prima che scadano i 18 mesi concessi da un provvedimento regionale nato per attappare un buco amministrativo e che si aggiunge a quelli fisici sul territorio, ma anche questo buco, come gli altri, non si trova chi lo chiuda. Alcuni imprenditori intanto continuano, sia pure nell’incertezza, a lucrare sui lavoratori ai quali non rimane altro, spinti dal bisogno, che chinare la testa, a dimostrazione di questo, nell’ultimo periodo le società a differenza di prima, pretendono dai lavoratori di aumentare i ritmi di produzione facendo temere rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, cosa che le Organizzazioni Sindacali territoriali hanno già evidenziato come problema sia presso l’Amministrazione Comunale sia verso gli imprenditori, senza che questo producesse alcun effetto. Basta, siamo stufi e vogliamo risposte subito”.