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Lezioni a distanza, la Preside del Peano: “in questo momento difficile la scuola c’è”

Con la preside del Liceo Scientifico Giuseppe Peano di Monterotondo facciamo un bilancio delle prime settimane di didattica a distanza

di Elena Giovannini

Aule deserte e i banchi vuoti, anche questo è un fronte della guerra al virus. Dal 4 marzo la campanella non suona più negli istituti comprensivi e superiori di tutta Italia, ma la scuola non si è fermata. In prima linea ci sono presidi, insegnanti, personale amministrativo, chiamati a uno sforzo straordinario per difendere uno degli ingranaggi più delicati del paese. Qui si gioca la partita per l’Italia di domani, quando la notte sarà passata e serviranno energie nuove, giovani e preparate, per rialzarsi più in fretta possibile.

Abbiamo fatto il punto della situazione con Roberta Moncado, dirigente scolastica del liceo Scientifico Giuseppe Peano a Monterotondo che ci ha raccontato come stanno andando queste prime settimane di didattica a distanza.

Dirigente, come si sta attrezzando il suo Istituto per garantire la didattica a distanza?

Già dai giorni precedenti il 4 Marzo, giorno della sospensione delle lezioni si era in intrapreso , con l’animatore digitale e lo staff, un approccio emergenziale al problema ma non si è fatto in tempo a condividerlo con i docenti in presenza perchè la situazione è precipitata all’improvviso. Per fortuna in brevissimo tempo tutta la scuola ha reagito molto bene, tutte le componenti si sono impegnate subito con slancio professionale ed umano per cercare di garantire il diritto allo studio degli studenti.

I docenti stanno lavorando tutti ai limiti delle loro capacità e dei mezzi a disposizione; e anche il personale Ata sta dando un contributo determinante , perché non dimentichiamo che la scuola è un ‘organizzazione complessa fatta anche di una delicata parte amministrativa che oggi funziona esclusivamente sul lavoro agile come modalità ordinaria grazie al decreto “cura Italia” Come dire : l’edificio di via della fonte è chiuso ma la scuola è viva , garantisce il diritto allo studio , anzi pulsa di esperienze didattiche eccellenti e di nuovi entusiasmi. I collaboratori scolastici fino all’ultimo giorno sono stati impegnati in operazioni di sanificazione straordinaria degli ambienti . Grazie ai docenti che intessono relazioni si è addirittura rinsaldato il patto scuola-famiglia. Questi giorni ho avuto molte manifestazioni di apprezzamento da parte dei genitori nei confronti dei nostri docenti.

Quali sono i pro e contro di questi metodi?

La didattica dal vivo è insostituibile non c’è dubbio , ma questa opportunità è l’unica risposta che conosciamo per rimanere vicino ai nostri ragazzi , che credono in noi e in questo momento sono disorientati . Non li possiamo deludere. Stiamo riproponendo nel virtuale quello che eravamo nel reale . Come scuola abbiamo privilegiato ancora una volta , in assenza di normativa , la qualità della relazione educativa in luogo dell’esclusivo caricamento di compiti sul registro elettronico . La quasi totalità dei docenti si è orientato sulle classi virtuali: la classe si incontra in videoconferenza e fa lezione , con lo schema dei normali consigli di classe nel virtuale . Le assicuro che i docenti stanno dando il meglio , stanno reinventando il lavoro più bello del mondo. Hanno scelto di fare la loro parte in questa situazione senza precedenti normativi e contrattuali . Hanno scelto di “restare scuola” . Era l’unico entusiasmante , modo possibile. Gliene siamo tutti molto grati : stanno tenendo unita la comunità degli studenti , e penso sia arrivato il momento del riconoscimento del loro valore professionale e sociale .

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Quale è stata ad oggi la risposta dei ragazzi? 

Sono stati seri e responsabili. I ragazzi sono nativi digitali, a differenza di noi adulti , si trovano a loro agio con il mezzo digitale: è la loro zona di comfort. In questo periodo di quarantena forzata , mi risulta che attendono con piacere l’appuntamento mattutino per continuare il loro progetto di vita , per ritrovare i loro compagni, i loro docenti, per esorcizzare la paura e per continuare a stare insieme, in questo momento di grande smarrimento. È a loro che va tutta la mia vicinanza , il mio incoraggiamento , il mio supporto. È per loro che lavoriamo incessantemente ormai tutti da casa , anche con riunioni in videoconferenza fino a tarda serata. Sono certa che se questa triste storia ci dovesse ancora insegnare qualcosa , sarà l‘apprezzamento dello straordinario valore della normalità. I ragazzi assaporeranno il valore della loro vecchia scuola pubblica “in carne ed ossa , muri e mattoni’ , campanelle e docenti e … i mitici panini del bar della signora Franca.

Secondo lei la scuola italiana era pronta? 

La scuola italiana non era pronta , normativamente intendo . Culturalmente non in modo omogeneo. Le buone pratiche mi risultano essere a macchia di leopardo in Italia , con picchi di eccellenze e gravi carenze. Da tempo il ministero aveva avviato il sistema di digitalizzazione che però non tutte le scuole avevano avuto modo di recepire al meglio . Mi risulta che ci sia ancora qualche resistenza ottocentesca all’innovazione tecnologica. In piu di qualche classe italiana non esiste neanche la lavagna interattiva . Non è giusto . L’articolo 34 della costituzione sul diritto all’istruzione deve valere per tutti . La didattica a distanza è una grande opportunità e non può essere lasciata alla buona volontà della singola scuola o del singolo docente. La formazione, l’aggiornamento , non possono essere lasciati alla buona volontà del singolo docente . Ci faremmo mai operare da un chirurgo che non aggiorna le sue competenze scientifiche da anni? E perché mai dovremmo affidare nostro figlio ad un docente che non aggiorna le due conoscenze metodologiche da anni? .

Quali sono stati i problemi riscontrati? Duole constatare che spesso ci sentiamo soli in trincea. Abbiamo sanificato gli ambienti da soli , con i mezzi che avevamo. Facciamo quello che possiamo , è una situazione nuova e tremenda per tutti . .. ma … perdoniamoci , andrà tutto bene, i nostri ragazzi nelle loro classi virtuali , con il loro docenti stanno al sicuro . Devono restare a casa però , e reinventarsi nuove categorie spazio-temporali , ne usciranno più forti. In attesa del grande abbraccio nei corridoi del Peano . Io voglio tornare a scuola.

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Che consiglio dà ai ragazzi per questo periodo?

Dedico loro questa poesia:

E la gente rimase a casa

E lesse libri e ascoltò

E si riposò e fece esercizi

E fece arte e giocò

E imparò nuovi modi di essere

E si fermò

 

E ascoltò più in profondità

Qualcuno meditava

Qualcuno pregava

Qualcuno ballava

Qualcuno incontrò la propria ombra

E la gente cominciò a pensare in modo differente

 

E la gente guarì.

E nell’assenza di gente che viveva

In modi ignoranti

Pericolosi

Senza senso e senza cuore,

Anche la terra cominciò a guarire

 

E quando il pericolo finì

E la gente si ritrovò

Si addolorarono per i morti

E fecero nuove scelte

E sognarono nuove visioni

E crearono nuovi modi di vivere

E guarirono completamente la terra

Così come erano guariti loro

( Kitty O’Meary)

Loro capiranno . Parlavamo già di gentilezza , di nuovo umanesimo di ecosostenibilità .

Sono stati straordinari finora e continueranno ad esserlo. I ragazzi li sento , attraverso i social , video, messaggi , face time, lettere, telefonate , mail , quello che capita . Non si devono sentire abbandonati ma questo contatto serve anche a me per capire se stiamo facendo bene , serve per andare avanti nei momenti difficili , ce ne sono stati e ce ne saranno. Ripaga dell’immane sforzo che anche noi dirigenti , insieme agli staff ed agli animatori digitali stiamo facendo per riorganizzare e reinventare anche il nostro lavoro . Con le preoccupazioni anche da datori di lavoro , per la salute dei dipendenti che fino a qualche giorno fa erano ancora a scuola seppure con contingenti sempre più ridotti. Abbiamo trascorso notti collegati a rincorrere le bozze dei decreti del presidente Conte per ottimizzare il lavoro il giorno dopo , ed ancora non è finita.

È possibile che per recuperare questo periodo si rinvii la chiusura delle scuole a giugno?   

Al momento lo escludo. Anche nel caso in cui , prevedibilmente, dovesse ulteriormente protrarsi il periodo di sospensione , le voci anche dal ministero sono tese a salvaguardare e convalidare l’anno scolastico nei tempi stabiliti. Del resto stiamo studiando . Anche molto. In qualche caso addirittura ci dobbiamo auspicare che gli studenti non siano sovraccaricati di compiti . Poi c’è l’esame di stato , stiamo cercando di proporre al ministero, con l’associazione nazionale presidi , delle soluzioni straordinarie . A situazioni straordinarie si risponde con azioni straordinarie. Ma questa è un’altra storia . Per ora stiamo lavorando per non lasciare indietro nessuno ,per intercettare le situazioni di fragilità e vulnerabilità e mettere a punto meglio il nuovo sistema. Sono molto orgogliosa di essere al timone di questa splendida nave.

 

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