Un grave errore: la ripresa delle attività degli ambulanti consentirebbe l’eliminazione di molte file e assembramenti e garantirebbe con molta più facilità il mantenimento delle distanze interpersonali. Inoltre parliamo di un lavoro svolto all’aperto, in grado di rispondere a tutte quelle evidenze e problematiche proposte dalla comunità scientifica, come riferito dall’Aiarc (Associazione Italiana Ambulanti Rotativi Commercio). Esiste la possibilità che le attività effettuino la vendita di prodotti da asporto, ma nessuno ha mai preso in considerazione il comparto come utilissimo sotto tutti questi punti di vista. Da quando è iniziata questa crisi economica legata al Covid-19 sono stati commessi errori imperdonabili come quelli nei confronti degli ambulanti.
Sono quasi 200mila le imprese coinvolte, molte a conduzione familiare per un milione di addetti e per un giro d’affari che vale il 3% del Pil. Alcuni tentativi di interessamento sono risultati vani. L’Associazione Nazionale Ambulanti si è opposta ad ogni ipotesi di recinzione dei mercati e delle fiere perché i responsabili delle attività garantiranno la distanza tra i clienti e a farlo saranno tutte quelle persone che in questo periodo hanno dato prova di saper fare la spesa senza rischiare il contagio. Dobbiamo dare fiducia a chi ha sempre dimostrato di saper rispettare le regole.
Le misure adottate fino a questo momento non risultano sufficienti e le sospensioni delle tassazioni sono un semplice alleggerimento. Negli ambulanti ci sono piccoli imprenditori che lavorano per vivere e che vendono merce fresca ed italiana. Il comparto merita di ricevere finanziamenti a fondo perduto per sopravvivere a questa emergenza”, dichiara il consigliere regionale Laura Cartaginese (Lega).