Per ora di certo c’è solo la data della riapertura di bar e ristoranti, il primo giugno. Fino ad allora sarà consentita solo la consegna a domicilio e la vendita di cibo da asporto, attiva da oggi, 4 maggio.
Per tornare a mangiare a cena fuori però aspetteremo ancora un mese. Ma come lo faremo è ancora tutto da decidere, nelle prossime settimane in cui si attende l’approvazione di un protocollo nazionale con le regole per riaprire i locali in sicurezza.
La domanda che tutti i protagonisti della ristorazione si fanno è: come sarà la riapertura? A quali condizioni? Le prescrizioni e il distanziamento consentiranno di coprire i costi con gli incassi, anche a coperti dimezzati? Tra le paure anche quella di vedere trasformato il proprio locale in un “ambulatorio” con distanziatori e plexiglass.
Infine c’è il dubbio più grande: le persone torneranno a mangiare fuori come prima o avranno paura?
I ristoratori del Nord Est ci hanno raccontato difficoltà e speranze di questo momento.
A Villanova Nazif ha investito i risparmi di una vita nella Trattoria da Erik, fraschetta romana a Villanova, aperta a dicembre e costretta ad abbassare la serranda a marzo. Dal 6 maggio inizierà la vendita da asporto.
Giovanni Bertino, chef trentatreenne, ha aperto il suo Ristorante Il Marchese due anni fa a Guidonia, anche lui, che ha iniziato da marzo la consegna a domicilio delle sue specialità – soprattutto pasta fatta in casa – è preoccupato “i costi fissi superano i 2000 euro al mese, il locale funiona al 30%, siamo in difficoltà”.
Infine è positivo Lorenzo Giorgi, Chef del ristorante Greg a Tivoli: “sono fiducioso che dopo la quarantena le persone saranno felici di tornare al ristorante, avranno voglia di uscire. Ci rialzeremo”. Intanto dal 18 maggio sarà possibile ordinare un menù a domicilio con tante sfiziosità.
(Elena Giovannini)
L’approfondimento in edicola su Tiburno domani, 5 maggio