Scavano con le Fideiussioni scadute o contraffatte: per dirla in parole povere, è come se un’automobile circolasse senza assicurazione. Una matassa talmente ingarbugliata che va avanti da mesi e ora l’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio ha deciso di sbrogliare accettando la proposta delle aziende del settore estrattivo.
Così martedì primo settembre con una nota a firma del dirigente del settore Attività estrattive Egidio Santamaria e del funzionario responsabile del procedimento Paolo Sperandio l’amministrazione ha dato il via libera a nuove fidejussioni a garanzia della copertura completa dell’autorizzazione. Santamaria ha infatti comunicato di poter accettare la suddivisione in aree del perimetro di cava per stipulare più polizze fidejussorie, polizze che avranno una durata di tre anni, che non verranno rinnovate automaticamente concedendo inoltre alle imprese la possibilità di escussione delle fidejussioni entro due anni dalla scadenza da parte del Comune.
Una soluzione prospettata in una lettera aperta dalla Degemar Cave – ne abbiamo parlato qui – che garantisce la prosecuzione dell’attività estrattiva per alcune aziende che ad agosto hanno presentato le polizze frazionate all’Ufficio Cave. Viceversa quelle che ancora non hanno provveduto riceveranno l’ordinanza di sospensione dell’attività dopo il 7 settembre, il termine ultimo della proroga di 30 giorni per mettersi in regola concessa il 7 agosto scorso da Santamaria e Sperandio.
Vale la pena ricordare che le proposte di polizze frazionate erano state protocollate ad agosto da tre aziende storiche del settore estrattivo come la “Travertino Conversi srl”, la “Fratelli Pacifici Spa” e la “Str – Società del Travertino Romano”, tutte in attività ma senza la polizza fideiussoria a garanzia. Il 5 agosto Paolo Sperandio si era già detto disponibile ad accettare la proposta di suddivisione in aree, tuttavia aveva diffidato le società a proporre le bozze di polizze entro un termine perentorio di 30 giorni, in caso contrario avrebbe proceduto alla sospensione dell’attività di coltivazione della cava. Per chiarire i termini dell’accordo l’11 e il 12 agosto il funzionario ha incontrato i rappresentanti delle tre aziende.
Il 7 agosto, invece, il dirigente e il funzionario avevano firmato 4 ordinanze di sospensione dei lavori di coltivazione e ripristino ambientale per tre aziende proprietarie di 4 siti estrattivi, almeno la metà dei quali non attivi essendo stato già ultimato il piano di coltivazione. Destinatarie dello stop a cavare furono la “Dino Pirandola Srl”, titolare di un’Autorizzazione rilasciata il 09 ottobre 2007, la “Btr srl” titolare di una concessione rilasciata 26 febbraio 2010, e la “Ditta Petrucci Mariano”, titolare rispettivamente di due autorizzazioni rilasciate rispettivamente il 9 ottobre 2008 e il 30 marzo 2010. Tutte avevano violato gli obblighi previsti dall’articolo 14 comma 1 della Legge Regionale 17/2004 e in particolare la mancata presentazione, entro i termini stabiliti, della polizza fideiussoria a garanzia dei lavori di coltivazione e completo ripristino ambientale. “Dino Pirandola Srl”, “Btr srl” e “Petrucci Mariano” hanno 150 giorni di tempo, naturali e consecutivi, per conformarsi alle norme di legge ed adempiere agli obblighi ai fini della ripresa dell’attività estrattiva presentando idonea polizza fideiussoria a garanzia del piano di coltivazione e di recupero ambientale. In caso contrario il Comune revoca definitivamente le Autorizzazioni mentre le aree di sedime, nonché quella necessaria, saranno acquisite di diritto gratuitamente al patrimonio pubblico per provvedere al ripristino ambientale a spese dell’inottemperante.
Il 5 agosto il funzionario Sperandio aveva annunciato lo stesso provvedimento e sempre per la mancanza delle polizze anche per le ditte “Anna Giansanti srl” “C. M. Caucci Mario ITR Spa” e “Travertini Paradiso”.