Tivoli, locali chiusi. “Il peggio sembrava essere passato”

L’incubo generato dal totale lockdown dei mesi passati sembrava ormai essere prossimo alla fine, invece, come la trama di una storia drammatica giunge il colpo di scena: ristoranti, bar, palestre e sale da gioco chiudono alle diciotto, perché i contagi da Covid sono risaliti. Purtroppo, quella che raccontiamo non è fiction. E’ vita reale. Le restrizioni attive fino al ventiquattro novembre, dopo la precedente chiusura, non possono non penalizzare ancora di più i settori costretti ad abbassare le serrande anticipatamente.

Al malumore inevitabile si sono aggiunti proteste per il Paese e messaggi come quello del Ristorante Alfredo alla scaletta. “La vostra incompetenza non ci affonderà. W l’Italia”, hanno scritto su uno striscione fuori dal locale. “C’è una disparità ìverso alcune categorie – ha affermato Fabio De Luca-  “Prima abbiamo ridotto i posti, comprato tutto il necessario per essere in linea con nuove regole anti Covid e adesso dopo le ore diciotto siamo costretti a chiudere.

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Bisogna comprendere che non è che abbiamo investito soldi e li abbiamo persi, perché noi stiamo ancora investendo. Dopo tutti i mesi di chiusura l’attività stava ripartendo lentamente e il peggio, in tanti pensavano questo, sembrava essere passato. Il nuovo DPCM ha capovolto nuovamente tutto. E’ necessario dire che ad essere danneggiati non sono solo i ristoratori, ma anche i fornitori.

Se prima, ad esempio, comparavo dieci gelati attualmente sono diventati quattro. Noi lavoriamo anche a pranzo però quelli che aprono solo di sera, non sono pochi, non possono non avere enormi difficoltà. Come tutti sanno è di sera che il lavoro aumenta e la chiusura delle diciotto rovina pesantemente questo settore e non solo. La situazione è davvero molto, molto difficile”.

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Fernando Giacomo Isabella

 

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