GUIDONIA – “Unito nella discontinuità, solo così il Centrodestra governerà”

Intervista a Stefano Sassano, ieri sindaco e oggi leader di Forza Italia

Da Presidente dell’Assise prima e da consigliere comunale poi è stato il “picconatore” dell’amministrazione di centrodestra quella del suo ex amico ed architetto Eligio Rubeis, crollata nel 2016 per la mancata approvazione del bilancio e sgretolata nel 2017 sotto i colpi della Procura di Tivoli.

L’avvocato Stefano Sassano è stato il sindaco più giovane di Guidonia Montecelio. Eletto nel 2000 a soli 32 anni, oggi ne ha 52 e negli ultimi quattro, pur facendo da spettatore all’attività amministrativa, in quanto per sua scelta non ricandidatosi, è rimasto protagonista della politica ricoprendo l’incarico di vice- coordinatore provinciale di Forza Italia e candidato alla Camera dei Deputati anche nel 2018, non eletto per pochi voti.

“All’interno del partito è prevalsa la mia linea, nel centrodestra, così come insegna la storia, dovrà affermarsi un concetto quello della discontinuità rispetto al rubeissismo”, è il refrain durante tutta la intervista.

Avvocato Sassano, nel numero scorso di Tiburno abbiamo intervistato l’ex sindaco Rubeis accusandolo che molti dei suoi guai sono derivati dall’aver perso il rapporto con il mondo reale. Lei da una amicizia politica e personale ad un certo punto del percorso ha iniziato a fare una opposizione manifesta all’amministrazione dell’architetto che a suo giudizio mostrava sintomi di inadeguatezza politica ed amministrativa. Come si sostanzia questa sua opposizione interna? E perché?

Innanzitutto devo dire che Eligio Rubeis, a far data dal 2003, quindi nella seconda parte del mio mandato, è diventato collaboratore della mia giunta in qualità di assessore ai Lavori Pubblici, quando io ero sindaco. Come molti cittadini ricorderanno la diversificazione tra me ed Eligio Rubeis non c’è stata ad un certo punto, ma già dopo un anno dall’inizio del suo primo mandato da sindaco cominciai a porre delle questioni politico-amministrative rispetto alle cose che non andavano nella direzione che reputavo più giusta.

Quali erano?

Glielo spiego subito quando si è a capo di una amministrazione bisogna sempre dar voce e credito alla qualità dei progetti non ai soggetti che li presentano. Quando si è Sindaco il Comune è la casa di tutti: non possono essere privilegiati gli amici ma devono essere privilegiate le scelte di qualità nell’interesse della collettività. Queste erano le criticità che già da tempo ponevo nel primo governo Rubeis, tantochè gli attenti osservatori delle dinamiche politiche ricorderanno, come io all’epoca Presidente del Consiglio Comunale e rappresentate del gruppo politico più numeroso in Consiglio; ponevo delle questioni di criticità augurandomi che nel secondo Rubeis le cose cambiassero.

Ci fa un esempio?

E’ una questione di approccio metodologico, tant’è che nel secondo Rubeis non ho volutamente espresso, visti i primi segnali, alcun mio rappresentate nell’esecutivo, scegliendo la strada di andare in minoranza politica sia nella maggioranza di centrodestra che in Forza Italia di Guidonia. Da quella posizione ho fatto la mia battaglia politica critica su cio’ che non andava rispetto ad una idea di centrodestra che non era più quella del 2000, che mi aveva visto eletto sindaco e che aveva avuto una larga messe di consensi, ma si era snaturata rispetto al progetto originario. Queste sono le forti criticità che avevo non nei confronti di Rubeis persona ma del rubeissismo, ossia della degenerazione di pratiche amministrative per me inaccettabili.

Il 20 luglio 2015 fu arrestato Rubeis dopodiché l’amministrazione proseguì per altri undici mesi fino allo scioglimento per mancata approvazione del bilancio. Perché lei ed il suo gruppo avete permesso che andasse avanti una amministrazione guidata dall’ex vice sindaco Andrea Di Palma, professionista rispettabile a detta di molti, ma perfetto sconosciuto mai candidato né votato?

La sua ricostruzione non coglie nel segno. Fin dal primo momento dissi anche in consiglio comunale, e le registrazioni ne fanno fedele testimonianza, che si dovesse procedere alla immediata fine della amministrazione Rubeis; poiché Di Palma non era legittimato politicamente nè amministrativamente.

Perché?

Perché non era stato eletto dal popolo, come ha lei affermato, perché era un vice sindaco figlio di altre dinamiche politiche rispetto all’assetto che aveva portato al governo Rubeis. Quando il Sindaco manca per tanto tempo a capo della Civica Amministrazione si pone solo ed esclusivamente una via: quella dello scioglimento anticipato. Tanto che con il mio ruolo politico – anche allo ero vicesegretario provinciale di Forza Italia – riuscii a sciogliere il consiglio Comunale sul Bilancio.

Ma aveva i voti?

No, ma con l’ex Presente del consiglio comunale Aldo Cerroni, Annamaria Vallati e Mario Valeri che facevano parte della maggioranza, anche a fronte di un Bilancio poco veritiero come certificato dal Commissario prefettizio subentrato allo scioglimento del governo Rubeis, abbiamo saldato i nostri voti con quelli della opposizione. D’altro canto le criticità che ponevo già da anni, basterebbe sentire le registrazioni dei miei interventi in Consiglio Comunale, trovano riscontro in tutti gli ex consiglieri che, col senno di poi, mi hanno detto che era necessario sciogliere il Consiglio Comunale non appena si era consumato l’intervento della magistratura che riguardava Rubeis.

Bonelli, Cerqua, Sassano, Rubeis, 5stelle. Ad ogni elezione la giunta cambia colore, perché difficilmente il governo dura dieci anni e riesce ad impostare un lavoro duraturo? Noi sosteniamo che una delle cause della crisi fin dal 2000 è dovuta al fatto che i partiti nazionali non riuscivano più ad imporre una politica coerente e gli uomini che la rappresentassero. Come mai a Guidonia alla scadenza del mandato vincono sempre le opposizioni?

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La ragione per la quale sovente c’è alternanza al governo cittadino è figlia di dinamiche delle amministrazioni antecedenti.

In che senso?

C’è stata sempre una fine anticipata della consigliatura. Evidentemente tanto nel centrosinistra che nel centrodestra i partiti non sono stati capaci di fare sintesi rispetto alle dinamiche politiche: per cui le coalizioni si ripresentano disaggregate e successo con me, con Lippiello, con Rubeis e succederà ancora.

E che vuol dire?

Vuol dire che sovente prevalgono i personalismi sulla politica poiché è finito il concetto classico di partito.

Se a Guidonia non ci sono i partiti però ci sono i programmi: sarà possibile eleggere un sindaco vero?

Per far ciò bisogna conoscere quali sono i sentimenti veri della popolazione un sindaco deve rispondere a tutti i cittadini: bianchi rossi, verdi e neri, erano quelle le criticità che evidenziavo nell’ultimo governo di centrodestra e che si sono disvelate nei fatti: Ecco perché insisto nella discontinuità che potrà essere vincente per ritornare al governo della città. Non è un caso che l’ultimo congresso cittadino ha eletto l’amico Ingegner Maurizio Massini proprio sulla linea della discontinuità.

In vista delle elezioni questa sua posizione creerà problemi per una eventuale coalizione di centro destra o centrosinistra? Voi di Forza Italia dove vi collocate?

Noi siamo stabilmente collocati nel centrodestra: penso che questa mia posizione non debba creare problemi e qualora li dovesse creare questi sono degli altri. Io pongo una questione di discontinuità rispetto alla ultima governance di centrodestra, sconfitta dalla dinamica storico-politica, se poi questa mia posizione che potrebbe portare ad un centrodestra rinnovato, non sarà condivisa dagli alleati storici, il problema è il loro non di Forza Italia.

Non sarà un problema del suo partito, ma dei cittadini elettori sì.

Sarà allora compito degli alleati spiegare alla città perché queste mie posizioni sono per loro un problema per costruire una alleanza duratura e vincente.

Le forze di centrodestra a Guidonia sono Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia: c’è anche il Polo Civico?

No, il Polo Civico no. Rammento come alle recenti elezioni politiche il loro rappresentate, Aldo Cerroni, che oggi è a capo della segreteria di un consigliere regionale di Italia Viva di Renzi, si sia candidato nelle liste del Pd. Non si può essere civici all’esterno del Grande Raccordo Anulare e poi all’interno del Raccordo mettersi la casacca di un partito di centrosinistra.

La Lega può essere rappresentata da Alessandro Messa? Perché no?

Io non personalizzo mai la politica.

Quando leggono Messa i cittadini pensano alla Lega o al Movimento sociale italiano?

Secondo me pensano alla Lega, molti ventenni oggi non sanno neanche che cosa sia il MSI.

I programmi più o meno possono essere sovrapponibili, il vero problema è l’attuazione le modalità attraverso le quali vengono approcciate le questioni. Ammesso che i programmi del centrodestra siano compatibili e coerenti noi chiediamo di dire: questo è il programma, questi sono gli assessori, queste le priorità dei primi cento giorni. E’ giusta questa metodologia?

Secondo me sì, ma io vado ancora a monte. E’ l’approccio che deve guidare la coalizione, la mia è una pregiudiziale politica non programmatica: la discontinuità rispetto all’ultimo governo di centrodestra. D’altronde perché oggi c’è Barbet? Per incapacità politica della classe dirigente di centrodestra e centrosinistra fatto questo che ha determinato la vittoria dei 5 Stelle. Allora dico che bisogna far tesoro delle cose fatte: le cose buone si mantengano, ma degli errori bisogna prendere atto e fare tabula rasa.

Qualcuno dice che i rapporti tra gli storici rappresentanti del centrodestra siano logorati: è vero?

Secondo me per molti è così, non per il sottoscritto. Le dicevo prima che non personalizzo la politica. Non posso pensare che un nome piuttosto che un altro rappresenti la politica o un intero partito. Un partito è fatto da una serie di sensibilità rispetto alle quali bisogna far sintesi e se alcuni soggetti hanno tenuto contegni non positivi, se ne faccia ammenda senza preconcetti.

E’ superabile questo stato d’animo?

Mi auguro che gli altri lo superino se gli altri personalizzano il problema è il loro. Chi personalizza la politica non considera che le dinamiche elettive non le stabilisce il gotha, le stabilisce la gente. E se qualcuno pensa di avere il pensiero dei cittadini già in tasca sbaglia; perché bisogna avere la sensibilità di captare e capire quello che la gente vuole realmente.

In questi 20 anni di attività politica al progetto della città da 100.000 abitanti dei lombardozziani che è stato l’unico in campo, quale altra idea è stata proposta in alternativa?

Preferisco non rispondere direttamente a questa domanda e mi spiego con una descrizione. Molte realizzazioni che hanno permesso a Guidonia di fare passi in avanti sono figlie di mie scelte politico-amministrative.

Quali?

Il casello autostradale, il raddoppio della ferrovia, lo snodo di Ponte Lucano, la sanificazione di tutto il Comune attraverso depuratori, questi ed altri sono fatti comprovati da documenti amministrativi che recano la mia firma.

Come idea di città quale è il destino di Guidonia?

Oggi il destino di Guidonia non lo vedo bene e le spiego perché: vedo che a livello nazionale ci sono azioni di governo, come quella del ministro alle infrastrutture, che rischiano di togliere a Guidonia la baricentricità che aveva ottenuto negli anni e tentano di proiettare le ipotesi di sviluppo più verso il Comune di Tivoli. Su queste questioni sento un silenzio assordante da parte dell’opposizione anche circa dei finanziamenti che erano destinati a Guidonia. Il tema quale è? Se con il casello autostradale la città aveva raggiunto una centralità nel contesto del comparto Nord-Est della provincia, ora Guidonia rischia per le disattenzioni del governo cittadino ma anche de Partito Democratico di sottovalutare gli interessi della nostra città. In altri termini io sono per una politica che guarda al di là dei confini del Comune per una politica di area vasta, sono però per un riequilibrio poiché a livello olografico Tivoli rispetto a Guidonia ha vantaggi storici, culturali e turistici, ma non può avere altri tipi di vantaggi a discapito della città di Guidonia. Quindi non bisogna fare i campanilisti, occorre procedere a dare corso con opere giuste che siano figlie di dinamiche razionali come sembra avvenire per il nuovo ospedale tiburtino.

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Tornando all’idea di Guidonia, la sua quale è?

È quella di proseguire i progetti compiuti durante il mio mandato, primo fra tutti il posizionamento del casello autostradale, che miravano a consegnare alla città la sua baricentricità ed importanza in un’ottica di sviluppo sostenibile assieme a tutto il territorio. Inoltre si potrebbe procedere attraverso la costruzione della città dello sport; ciò potrebbe essere una buona opportunità avendo la nostra città una popolazione giovane rispetto ai Comuni limitrofi, non trova? È un tema che mi affascina, come la messa a norma e l’utilizzo di tutta l’impiantistica sportiva. So che è un tema caro anche ad altre forze politiche, dietro continua sollecitazione del vostro settimanale, ma non bisogna soltanto declamarlo, occorre mettere mano ai progetti.

Un altro tema che propone Tiburno ormai da anni è quello della ricucitura della città: provoca un senso di disagio vedere Colleverde e Parco Azzurro sulla Nomentana senza legame con il centro. Che ne pensa?

Nel corso degli ultimi anni le amministrazioni hanno fatto ben poco, le faccio un esempio emblematico: ha visto il marciapiede che collega Guidonia a Colle Fiorito? Sa chi lo ha voluto fare? La mia amministrazione. Però non basta collegare almeno le frazioni più vicine con opere infrastrutturali, oltre a questo si rende necessario instaurare legami culturali.

Cosa intende?

Ci sono delle differenze tra le diverse realtà. Se si analizza ogni circoscrizione ci si accorge delle profonde differenze culturali. Mentre Villalba e Villanova sono abbastanza omogenee, Albuccione sembra un quartiere urbano di Roma, parimenti Setteville, mentre Setteville Nord e Marco Simone hanno diversa connotazione: ogni microzona ha la sua caratteristica, tutte sono nel mio cuore e so bene quali sono. Vanno quindi praticati approcci diversi non solo le infrastrutture di collegamento tra le diverse circoscrizioni ma anche la ricerca di progetti che mirino ad una coesione culturale cittadina che va ricercata attraverso atti ed azioni che mi impegno affinché siano inseriti nel futuro programma che le forze politiche intenderanno proporre alla città per il prossimo governo.

Sa cosa dice l’ex assessore al bilancio dei 5 stelle Carlo Alberto Pagliarulo sulla struttura amministrativa del Comune di Guidonia in un’intervista a Tiburno che ha reso fantasma il Sindaco Barbet? Che la classe dirigente amministra come fosse un comune di 30.000 abitanti anziché di 90.000? Di qui tutti problemi, senza una ristrutturazione della pianta organica alcun problema potrà essere risolto. Che ne pensa?

Quando ero Sindaco sentivo forte la necessità di una razionalizzazione della macchina e della struttura amministrativa tanto che proposi la costruzione di un moderno e tecnologico palazzo comunale di nove piani, su ogni piano un assessorato, nonché la ridefinizione di una nuova dotazione organica. Devo dire che su questi temi, in seno alla allora maggioranza di governo, vi erano delle sensibilità diverse tanto che il nuovo palazzo comunale che potesse dare maggiori ed efficienti servizi ai cittadini fu definito da taluni “il museo delle vanità”.

Secondo una vulgata popolare la politica di Guidonia è rappresentata da una decina di personaggi che detengono – o credono di detenere – pacchetti di voti frutto non solo di clientelismo ma anche della loro azione amministrativa. E questi personaggi vogliono trattare personalmente la struttura e i programmi amministrativi senza nessun vincolo di partito. Come evitare il rischio di una nuova frantumazione del futuro consiglio comunale?

A questa domanda in parte le ho già risposto, sbagliano coloro che ritengono di essere detentori di tutte le dinamiche decisionali, occorre sempre ascoltare ed interpretare la volontà dei cittadini che esprimono i loro sovrani consensi su progetti credibili presentati dalle forze politiche. Per evitare la frantumazione del consiglio comunale sarebbe sufficiente che i partiti svolgessero il ruolo di sintesi che la legge gli riconosce. Basterebbe altresì che i rappresentanti in consiglio, al di là della appartenenza politica, ponessero al centro dei propri pensieri e delle proprie azioni Guidonia, la necessità di riconsegnare alla città la centralità che gli spetta, disancorandosi dalle influenze dei partiti a livello sovra comunale.

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