“Oltre l’82% delle denunce Inail di contagio dei sanitari vengono da infermieri”

Questa la deduncia della FIALS Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità: "Ospedali inadeguati, subito messa in sicurezza"

Covid, Fials: Oltre l’82% delle denunce Inail di contagio dei sanitari vengono da infermieri. Roma, 22 gen. – “Oltre l’82% delle denunce di contagio da parte dei sanitari, che è il 38,7% del totale prevenuto all’Inail, vengono dagli infermieri: la categoria più colpita dagli infortuni sul lavoro nel trimestre ottobre-dicembre 2020. La sanità nel suo complesso, con il tragico 10% dei casi mortali codificati, è il settore messo in ginocchio dalla seconda ondata pandemica e registra un incremento del fenomeno anche superiore a quello della prima, con il 68,8% delle denunce e un quarto dei decessi codificati. Un fatto gravissimo che evidenzia l’impreparazione di ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili. Strutture che avrebbero dovuto essere stati messi in sicurezza”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale nazionale della Fials, commenta il 12esimo report nazionale Inail sui contagi sul lavoro da Covid-19.

Dai dati pubblicati oggi ed elaborati dalla Consulenza statistico attuariale dell’istituto, emerge un incremento di 26.762 casi rispetto al monitoraggio del 30 novembre, di cui 16.991 riferiti a dicembre, 7.901 a novembre e 1.599 a ottobre. I casi fatali al 31 dicembre sono 423,57, un terzo dei decessi complessivi del 2020. Con il 68,8% delle denunce e un quarto dei decessi, il settore della sanità e assistenza sociale precede la pubblica amministrazione, e ne esce a pezzi. “Si evidenzia una situazione allarmante – attacca Carbone – a conferma della gestione fallimentare dell’emergenza sanitaria. Malagestione che ha ampiamente sottovalutato le misure che si dovevano approntare nei mesi estivi e che non sono decollate nemmeno in autunno, quando, stando alla rilevazione attuale, già si riscontrava l’aumento delle denunce di contagio. Noi della Fials abbiamo lanciato l’allarme, ma siamo rimasti inascoltati”.

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Nell’analisi Inail divisa per professioni salta all’occhio la categoria più coinvolta che è quella dei ‘tecnici della salute’ con il 38,7% delle denunce (tre su quattro sono donne). Seguono gli operatori socio-sanitari con il 19,2% delle denunce (80,9% donne), i medici con il 9,2% (48% donne), gli operatori socio-assistenziali con il 7,4% (85,1% donne) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliario, portantino, barelliere) con il 4,7%, e pure qui tre su quattro sono donne. “Chi si è speso di più, si è esposto di più. E chi si è esposto di più – spiega il segretario generale nazionale Fials – è chi si è contagiato di più. E sono le nostre infermiere, le nostre professioniste e le operatrici sanitarie. In altri termini chi ha pagato di più sono le donne. Chiediamo maggiori approfondimenti a tutela delle lavoratrici, che nel caso della categoria infermieristica coprono circa il 70% della forza lavoro”.

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Il boom di contagi grida vendetta e non possiamo fare a meno di chiedere alle istituzioni che vengano presi immediati provvedimenti per proteggere i professionisti in prima linea, soprattutto ora che siamo in piena terza ondata. Se il Piano Pandemico Nazionale, la cui ultima versione risaliva com’è noto al 2006, è stato rinnovato, ne chiediamo l’immediata esecuzione. Fials chiede che gli ospedali, impreparati dal punto di vista strutturale sia alla prima che alla seconda ondata, vengano dotati di percorsi pulito/sporco, zone filtro e sistemi di ventilazione a pressione negativa. “E si calcoli altresì l’adeguato fabbisogno di personale, vista la persistente scarsità delle risorse umane, su cui è fondamentale implementare il monitoraggio continuo con l’effettuazione del test di screening. Il nostro esercito è stato decimato – conclude Carbone – e noi lo abbiamo ricompensato con indennità irrisorie, se non con indecenti contratti precari. Cioè

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