La direttrice del Teatro Imperiale Anna Greggi si unisce alla protesta dei gestori di spazi destinati allo spettacolo in tutta Italia
“Una misura demagogica adottata per dare superficiale risposta alla mobilitazione degli operatori del teatro nei giorni scorsi. Le misure di riapertura sono totalmente inadeguate a consentire la minima soddisfazione economica essendo stato posto un limite di ingresso per un quarto dei posti a sedere”. Anna Greggi, direttrice del Teatro Imperiale, vede nelle condizioni di apertura dei teatri una misura impossibile da adottare. Ed è quella che pone troppi vincoli e limitazioni nella pratica gestione. Come lei altri direttori e gestori di teatri in Italia. Le condizioni poste dal decreto del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, sono inapplicabili. La condizione in cui versano i teatri è fortemente critica. “Inoltre – aggiunge Anna Greggi – giunge come illeggibile la misura adottata del ministero: centocinquanta pagine piene di contraddizioni e di obblighi di requisiti impossibili da osservare, come l’aver programmato un calendario di spettacoli per questo anno! E chi è stato così temerario dall’averlo pubblicato? In questa situazione pandemica come si fa a dire ai tuoi spettatori che avrai una stagione come se nulla fosse?” Anna Greggi fa anche i conti di gestione del Teatro Imperiale che dirige: “se dovessi seguire le disposizioni con il 25% dei posti a sedere che posso garantire, dovendo per forza decidere per un prezzo popolare, al massimo riuscirei ad incassare mille euro o poco più. Significa andare in perdita ogni sera! Non è possibile”.