Cabina di regia sulle assunzioni, confronto sulla proroga dei contratti a tempo determinato, percorsi di stabilizzazione per i precari, ricognizione triennale dei fabbisogni di personale, adeguamento dei fondi contrattuali. Questi i punti cardine dell’accordo firmato oggi da Cgil Cisl Uil con la Regione Lazio per rafforzare il sistema sanitario regionale nella fase pandemica e post-pandemica, puntando sulle competenze per fare della sanità ospedaliera e territoriale un volano di sviluppo che sappia “valorizzare l’esperienza acquisita e la professionalità di tutto il personale che è stato chiamato a svolgere un importante ruolo per la tenuta dei servizi sanitari”.
“Esprimiamo soddisfazione per un’intesa che mette al centro le persone e che definisce una programmazione temporale condivisa tra Regione e rappresentanti dei lavoratori”, commentano Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio. “L’accordo, che abbiamo fortemente voluto, è il frutto di un lavoro diretto a dare prospettiva e riconoscimento a tutti i dipendenti e professionisti della sanità, così come a dare certezze ai precari. Iniziando dalla proroga anche nel 2022 dei 3.500 lavoratori assunti per l’emergenza Covid, che definiremo attraverso un tavolo di confronto da aprire entro novembre. Allo stesso tempo saranno attivati i percorsi di stabilizzazione previsti dalla normativa vigente che verranno reiterati anche nei prossimi anni. L’esperienza e la professionalità acquisita dagli operatori assunti a termine non deve essere dispersa”.
Gli organici di aziende ospedaliere e sanitarie, nonostante le assunzioni del 2020, restano infatti la priorità di Cgil Cisl Uil per consentire il funzionamento del sistema di salute. Anche a causa del prolungato blocco del turnover dovuto a oltre un decennio di piani di rientro. Per questo, spiegano i segretari di categoria, “abbiamo concordato di attivare entro l’anno una Cabina di regia sulle procedure concorsuali per le assunzioni a tempo indeterminato, che devono mettere fine alla stagione del precariato. Abbiamo chiesto e ottenuto programmazione: cioè valutazione triennale dei fabbisogni di personale, in vista non solo della gestione post-pandemia e della campagna vaccinale, ma anche dell’incremento dei servizi sanitari a gestione diretta, del potenziamento dell’assistenza territoriale, delle reinternalizzazioni, a partire da Ares118, e dalla realizzazione delle Rsa pubbliche”.
Personale, dunque, come autentico motore del sistema sanitario che verrà. “Vogliamo che tutti i diversi profili presenti in sanità siano sostenuti: infermieri, operatori socio sanitari, tecnici, ausiliari, ostetriche, addetti all’assistenza, professionisti, terapisti, amministrativi. Abbiamo formalizzato l’impegno della Regione alla piena corresponsione a tutti del cosiddetto premio Covid”, proseguono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “Allo stesso tempo saranno adeguati al personale effettivamente in servizio i fondi contrattuali per la produttività, le condizioni di lavoro e gli incarichi, che oltre all’integrazione potranno essere alimentati anche da ulteriori risorse dirette a valorizzare il contributo all’emergenza pandemica. E poi bisogna investire nella formazione delle competenze che ci sono e che servono: per questo abbiamo previsto appositi corsi di riqualificazione, come quello per formare gli Oss, figure assolutamente carenti nel nostro Ssr”.
“Ora vigileremo sull’attuazione dell’accordo, a partire da precari e organici”, concludono i segretari di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio. “Così come definito dall’accordo, ogni tre mesi si dovrà riunire il tavolo permanente tra Regione e sindacati per verificare l’andamento dei processi occupazionali e la realizzazione di un sistema di salute che vogliamo all’altezza delle aspettative di cittadini e comunità”.