Tivoli. Il sarcofago nascosto

Nell’antico oggetto rotto in due pezzi i ricercatori sperano di trovare importanti tracce, che hanno origine da un passato lontanissimo

Nell’anno in cui Italo Svevo pubblica la Coscienza di Zeno (1927), a Tivoli i lavori all’interno della Cartiera Segrè si bloccano. A meno di un metro di profondità un sarcofago in tufo, caratterizzato da un coperchio a spiovente, ritorna alla luce. Nell’antico oggetto rotto in due pezzi i ricercatori sperano di trovare importanti tracce, che hanno origine da un passato lontanissimo. L’oggetto,  alimenta anche i sogni e le fantasie di qualcuno speranzoso di poter trovare qualcosa di pregiato. Dopo l’apertura gli esperti trovano un individuo all’interno del sarcofago, privo di tibia e femore. Per alcuni ricercatori il sarcofago si trova in quel luogo casualmente, mentre altri storici sono convinti che la zona corrisponde perfettamente con un remoto luogo di sepoltura di Tivoli, attorno al quale “ruotano” altri luoghi di sepoltura. Fin dal XVI molti storici sono sicuri dell’esistenza di aree di sepoltura inesplorate, che possono essere utili per cercare “tracce” legate ad un passato lontanissimo nel tempo.     

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