Introducevano droga, cellulari e schede Sim nel carcere di Rebibbia, eseguite 7 misure cautelari, tra carcere e domiciliari. Coinvolti familiari di detenuti che facevano recapitare i materiali tramite occhi e un agente di polizia giudiziaria. A coordinare le indagini, eseguite dai carabinieri dell’Eur, la procura di Roma.
Nel ricostruire la filiera dello spaccio e dell’acquisizione dello stupefacente dall’esterno è emerso il coinvolgimento dei familiari di alcuni ristretti i quali, per veicolare l’introduzione delle dosi di stupefacente e delle sim card, si servivano tra l’altro dei “pacchi colloquio”.
Le investigazioni hanno permesso di appurare pure il coinvolgimento di un Agente Penitenziario, già sospeso in via cautelativa in sede amministrativa, gravemente indiziato per i delitti di concorso nel reato di detenzione a fini di sostanza stupefacente e corruzione per compiere atti compiere atti contrari ai doveri d’ufficio, avendo fatto da tramite tra i detenuti e l’esterno, per facilitare l’introduzione illecita nel carcere di quanto richiesto e che è stato sottoposto agli arresti domiciliari.