Di fronte al rischio che i russi interrompano le forniture di gas oppure che i prezzi continuino a salire fuori controllo, l’Europa cerca soluzioni rapide. La prima ipotesi in campo: razionamento dei consumi di famiglie e imprese. Atti preparatori di fronte a un eventuale stop alle forniture da parte di Gazprom, il colosso energetico controllato dal Cremlino.
Il governo francese ha approvato il taglio il mese scorso. La Germania ha avvisato imprese e famiglie che dovranno contribuire ad affrontare la crisi con un taglio del 15-20% ai consumi di gas.
Anche l’Italia si avvia sulla strada di razionamento e risparmio. Confindustria chiede al Governo di salvaguardare le imprese, in particolare le energivore: abbassare fino a tre gradi la temperatura di tutto il settore civile porterebbe a un risparmio di circa 30 milioni di metri cubi al giorno, un dato che corrisponde al 50% del consumo medio giornaliero di tutto il settore industriale.
In Italia è scattata una prina misura: negli uffici pubblic ile temperature non possono essere superiori ai 19 gradi durante l’inverno e inferiori ai 27 gradi d’estate. Ma si potrebbe arrivare a ridurre le temperature dei termosifoni di due gradi, limitando anche l’orario di accensione.
Le altre ipotesi in campo: riduzione dell’illuminazione pubblica e chiusura anticipata dei negozi.