Franchino er criminale, chi è il food blogger più amato di Roma. Ex pugile e anti marchette

Franchino gira in forni trattorie e pizzeria, paga, mangia e mette il voto. Ritorno alla genuinità, a modo suo

Namo a magnà. Io entro e poi ce n’annamo a magnà al parchetto… La pizza con la mortadella è cotta ar punto giusto, salata al punto giusto..Che cazzo je voi dì a sta pizza con la mortadella? Anche a se a ma la pizza me piace bassa e scrocchiarella”. Per Franchino Er Criminale non esistono fronzoli. Romano del Tufello è il fenomeno social del momento, il food blogger più quotato di Roma (e d’Italia). Stanga food porn e pubblicità occulta. Entra in pizzerie, trattorie, forni, paga e poi mangia e alla fine dà il suo giudizio. “Il supplì è freddo, la panatura moscia. E’ più bello che bono. Qua dentro c’è un bel filettone”, però dice commentando supplì e relativo filetto di baccalà appena comprato in una pizzeria di Talenti. Roma ormai è sua. Da Monteverde ai Parioli passando per la Cecchignola.

Nome di battesimo Alessandro Bologna, 44 anni, ex pugile di professione, Franchino Er Criminale nell’epoca dell’ipocrisia a forma di bit, in cui anche il cibo è merce di consumo da ostentare per la crescita di un brand, porta nel gusto la schiettezza di borgata. La franchezza colorita con cui il 44enne del Tufello esprime giudizi spietati su forni e ristoranti più o meno noti è un fenomeno degno di attenzione perché, seppur in maniera non proprio convenzionale, restituisce al cibo quella semplicità e quell’umiltà che gli influencer e i blogger gli hanno sottratto.

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Franchino ha scoperchiato quel vaso di Pandora attorno al quale si sono aggirati in tanti negli ultimi anni, ossia quello dei food influencer e del food porn. Il connubio tra social network, cucina e mondo della ristorazione sembra innocuo, ma in realtà nasconde degli acquitrini abbastanza torbidi. Uno di questi contiene la stucchevole associazione tra piacere del palato e piacere sessuale tramite l’utilizzo di ingredienti in quantità sovrabbondanti, a rasentare lo spreco. Un altro, forse più melmoso e putrido, è quello della pubblicità occulta che gli influencer rifilano ai propri seguaci, con buona pace dell’imparzialità, ricevendo cospicue somme di denaro dai ristoratori sponsorizzati.

È principalmente di questo che Franchino (il suo canale YouTube conta 300mila iscritti) si è occupato nella sua rubrica Marchette criminali, volendo mettere in ridicolo tutti quei locali che non possono far a meno di aderire al sempreverde principio della comunicazione del “purché se ne parli”, riempiendo i propri profili TikTok di brevi video ritraenti sensazionali colate di salse improbabili. I giudizi, senza appello e spesso severi, hanno un solo scopo: stroncare l’economicizzazione del cibo e tornare a mangiare per il gusto di farlo, senza il bisogno di passare attraverso la finzione spettacolarizzata dei social.

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Ricevo – dice – di media una decina di messaggi al giorno di minacce, insulti o querele e una decina di proposte tipo, vieni qua e ti pago. Rimando al mittente entrambe le cose. Mi scivolano come l’acqua sul marmo. Se dovessi fare una marchetta sul cibo, finirebbe la magia”. (F.L.)

Nel video Franchino prima di entrare in azione ai Parioli: un quartiere che lo sorprenderà.

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