Era un controllo di ruotine per verificare le presenze ed accertare eventuali allacci abusivi delle utenze, ma nella rete è finito un pusher. Così ieri mattina, mercoledì 19 luglio, i carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti S. T., un 27enne italiano già noto alle forze dell’ordine e abitante nel complesso immobiliare di via Giotto a Pichini, quartiere residenziale di Guidonia Montecelio.
L’incendio divampato a luglio del 2022 nel complesso occupato di via Giotto a Pichini, quartiere di Guidonia Montecelio
Si tratta del complesso sequestrato a giugno del 2017 dalla Procura Distrettuale Antimafia e occupato da decine e decine di famiglie ufficialmente residenti tra Guidonia Montecelio, Fonte Nuova, San Basilio, Tiburtino e Prenestino. Un complesso già teatro di incendi causati da rifiuti abbandonati nei cortili e di episodi da cronaca nera.
Ieri 5 pattuglie dell’Arma hanno effettuato un servizio coordinato dalla Compagnia di Tivoli insieme ai tecnici di Enel e Acea, ma all’esito delle verifiche non sono emerse alcune anomalie.
Durante i controlli i militari della Tenenza di Guidonia hanno notato il 27enne S. T., già noto agli investigatori, e durante la perquisizione è stato trovato in possesso di droga: l’uomo aveva 18 dosi di cocaina pari a circa 16 grammi, oltre a 5 grammi di hashish e il kit per il confezionamento delle sostanze stupefacenti.
I carabinieri hanno inoltre sequestrato al 27enne una somma di circa 5 mila euro considerati provento dell’attività illecita.
Vale la pena ricordare che lo scorso sabato sera 11 marzo il complesso residenziale di via Giotto ai Pichini era finito alla ribalta nazionale per il tentato omicidio di un occupante, C. D. A., un 35enne italiano già noto alle forze dell’ordine (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
In quel caso un commando di tre persone, italiane e straniere, aggredirono l’uomo armati di una spada. La vittima fu soccorsa in strada dai passanti completamente ricoperto di sangue e trasportata in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale “Santissimo Gonfalone” di Monterotondo, dove i medici gli riscontrarono tre ferite lacero-contusive alla spalla, al braccio e all’avambraccio sinistri tanto profonde da aver procurato la lacerazione dei muscoli e dei nervi degli arti.
Per questo, una volta stabilizzato,C. D. A. fu trasferito all’ospedale “Sant’Andrea” di Roma, Dipartimento di emergenza accettazione (DEA) di riferimento per il nosocomio eretino.