È morto l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Aveva 98 anni. Ex presidente della Camera e ministro dell’Interno nel governo Prodi, parlamentare di lungo corso ed esponente della corrente “migliorista” del Pci, è stato il primo Capo dello Stato a essere eletto per un secondo mandato.
Presidente emerito della Repubblica e senatore, Giorgio Napolitano, si è spento alle 19.45 nella clinica Salvator Mundi al Gianicolo, a Roma.
Ci lascia un europeista convinto, l’uomo delle riforme a tutti i costi, napoletano di gran classe, elegante e “pignolo”, come egli stesso si è definito.
Il cordoglio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella
“Nella vita di Giorgio Napolitano si specchia larga parte della storia della seconda metà del Novecento, con i suoi drammi, la sua complessità, i suoi traguardi, le sue speranze. Dalla frequentazione, negli anni giovanili, dello stimolante ambiente culturale napoletano, all’adesione alla causa antifascista e del movimento comunista, all’impegno per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle classi sociali subalterne, sino poi alla convinta opera europeistica e di rafforzamento dei valori delle democrazie, il presidente Napolitano ha interpretato significative battaglie per lo sviluppo sociale, la pace e il progresso dell’Italia e dell’Europa”.
I problemi di salute
L’ex capo dello Stato da tempo aveva problemi di salute, anche legati all’età. Nel 2018 era stato ricoverato all’ospedale San Camillo e sottoposto a un intervento chirurgico per la dissezione dell’aorta. Poi il lento recupero.
Nel maggio 2022 un nuovo ricovero, questa volta all’ospedale Spallanzani, per un’operazione all’addome.
Lascia la moglie Clio Maria Bittoni e i due figli Giovanni e Giulio.
Ex dirigente del Pc
Una figura complessa, di grande spessore politico. Il suo approccio politico con il partito comunista, dove non fu tanto gradito perché uomo del dialogo e che puntava al riformismo.
Celebre il suo discorso-strigliata rivolto nel 2013 al parlamento in occasione della seconda elezione a capo dello Stato. Avvertendo il paradosso d’essere richiamato in servizio sulla soglia dei novant’anni accettò con un discorso d’investitura che fu un’aspra denuncia delle degenerazioni della politica. “Io qui dopo una serie di guasti, omissioni e irresponsabilità”.