Lei rivendicava un compenso a tre zeri per la conduzione di un evento. Ma a causa del ritardato pagamento, si presentò sotto casa dell’organizzatore insieme a due picchiatori per malmenarlo e costringerlo a saldare il conto.
Il problema è che il caso risale a dodici anni fa, per cui non sarà mai stabilita la responsabilità dell’imputata.
E’ la sintesi del processo che si è concluso ieri, lunedì 6 novembre, al Tribunale di Tivoli, dove era sul banco degli imputati la 44enne soubrette italiana E. L. accusata di estorsione.
Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Giovanni Petroni e Camilla Amedoro – ha dichiarato estinto per prescrizione il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone in cui è stata derubricata l’imputazione originaria.
Il fatto accadde il 24 settembre 2011 a Sacrofano, città rientrante nel territorio di competenza della Procura di Tivoli.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nel cuore della notte E. L., accompagnata da due uomini rimasti non identificati, affrontò sotto casa un 52enne italiano produttore cinetelevisivo e musicale, che ha firmato Programmi Tv, Format Originali e Film.
La soubrette reclamava il pagamento di un credito di 15 mila euro per la conduzione di un evento televisivo organizzato nel 2009 dal produttore. Così i due uomini colpirono il 52enne a pugni e calci per costringerlo a pagare entro 7 giorni, minacciando l’uomo di ritorsioni sulla moglie e sulla figlia all’epoca di appena 19 mesi.
Dopo essersi fatto medicare in ospedale, il produttore si presentò dai carabinieri denunciando l’estorsione.
All’esito di un dibattimento durato 12 anni la Procura di Tivoli ha richiesto di derubricare il reato di estorsione in quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto la soubrette – pur potendo ricorrere al giudice per ottenere il compenso – decise di usare violenza e minacciare la vittima.
Il produttore si era costituito parte civile nel processo e aveva richiesto la condanna della soubrette oltre ad un risarcimento danni pari a 50 mila euro con una provvisionale di 10 mila: con la prescrizione del reato la donna non dovrà versare un centesimo.
Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra 90 giorni.