“Il sostantivo vale più dell’aggettivo”. È la prima legge.
La seconda è: “anche”.
Viene sdoganata la diversità e inclusa in una grande famiglia. È il senso profondo del messaggio evangelico trasmesso da Bergoglio (la laicizzazione della diversa denominazione “Santo Padre” si mostra come obbligo).
È scritto in una Nota preparata per la dottrina della fede ed è controfirmata dal Papa in persona.
Il messaggio è questo: quando parliamo di cristiani transessuali l’attestazione di cristianità è l’unico che ha senso, l’aggettivo accompagnato alla denominazione di fede perde ogni valore.
Quindi “anche” un transessuale è un credente. Come gli altri. Pari diritti e dignità!
Ed è questa affermazione dell’inclusione che farà discutere nel mondo della cristianità. Sempre nella Nota si dice che un transessuale può “anche” essere padrino o madrina di Battesimo. Può essere testimone di matrimonio. In sostanza è assunto a entità concreta nel mondo della cristianità.
L’espressione non inusitata nel messaggio evangelico di Papa Francesco. In Amoris laetita, afferma che “ogni persona indipendentemente dal proprio orientamento sessuale va accolta con rispetto”. Tornando alla Nota si dice che due persone, definite “omo-affettive” possono porsi come figure genitoriali di un neonato da battezzare, quindi adottato o nato con “metodi del tipo: utero in affitto”.
Allo stesso modo, un persona definita allo stesso modo, “omo-affettiva”, come tale convivente, può essere fare da padrino di un battezzato e testimone di un matrimonio. Debbono però sussistere condizioni di prudenza e rispetto per la comunità cristiana.
E cioè che: “non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale”. Vivere in conformità al Vangelo è l’unico caposaldo che conta. Ma anche non disturbare l’equilibrio della propria comunità.
La necessità di chiarire queste regole di buona amministrazione cristiana si è determinata per rispondere ai quesiti posti da José Negri, vescovo di Santo Amaro in Brasile. Il vescovo brasiliano opponeva esplicitamente alcune domande sulla possibile partecipazione ai sacramenti del Battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omo-affettive.
Quindi l’unica obiezione possibile – si ripete -è che si crei un pericolo di scandalo o di indebite legittimazioni oppure di disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale”.
(An. Na.)
Condividi l'articolo: