Trovato il corpo senza vita di Giulia

Ora si cerca il ragazzo presunto omicida ma è una generazione che deve cercare sé stessa

Non ci sono oramai dubbi. Il corpo che è stato ritrovato dai vigili del fuoco nei pressi di Barcis (Pordenone) è quello di Giulia Cecchettin.

Ed è la classica morte annunciata.

Nessuno credeva alla fuga, al rinsavimento di lui, a un rapimento o altri eventi comunque inquietanti ma non irrimediabili come la morte.

Ritrovato nel canalone lungo la strada che dal lago di Barcis, in località Pian delle more, al corpo di Giulia ora si attende anche quello di Filippo Turetta, accusato di averla uccisa.

Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, si appella all’ultimo barlume di buon senso del ragazzo, se ancora in vita. L’appello è di consegnarsi alle forze dell’ordine affinché si costituisca e possa così “dare la propria versione dei fatti” ha detto Cherchi al Tg1.

Ma, al di là dell’appello del magistrato, si dubita che qualsiasi versione possa dare spiegazione in grado di rendere esplicita una vicenda, quella tra i due giovani, resta drammaticamente chiara dal suo esito.

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Si aggiunge a una miriade di storie in cui lui non ce la fa ad accettare l’abbandono da parte di lei e la reazione è quella della distruzione e morte. Anche se la decisione coinvolge direttamente anche l’autore di morte pare che ciascuna di queste storie siano legate al senso della fine che l’omicida vuole procurare all’altra e poi a sé stesso.

L’analisi più dettagliata quindi dovrebbe essere fatta, certamente alle circostanze precise in cui è avvenuto il fatto, ma soprattutto alla fisionomia dell’omicida per capire se in lui non potessero scorgersi delle avvisaglie prima che accadesse il fatto. Questo non serve a suggerire alcuna azione preventiva.

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– “L’insano gesto”, “la follia omicida”, non conoscono strumenti psichiatrici in grado di poterle pre-determinare. (E se si avanzassero ipotesi di questo tipo apparirebbero terribilmente sospette e pericolose). –

Serve però a capire come sta andando questa società e qual è il livello di crisi dei nostri tempi. Quali sono i termini di incomunicabilità tra uomo e donna, oggi. Qual è il dislivello tra bisogni e le realistiche possibilità di essere esauditi in cui vivono le nuove generazioni dei nostri tempi.

Serve a conoscere meglio noi stessi. Perché una cosa è chiara. Questa storia non si limita a un fatto di cronaca confinabile in una storia triste occorsa ad altre persone. Se dice una cosa è il fatto che tocca nel profondo ciascuno di noi.

(An. Na.)

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