Dopo quasi trent’anni anni la Centrale del Latte torna sotto il controllo del Comune di Roma. La separazione dal colosso francese Lactalis, che attraverso Parmalat ha controllato per anni lo stabilimento dove si produce “il latte dei romani”, ha spianato la strada al Campidoglio, che è tornato a controllarlo.
La guida operativa della centrale è stata affidata a Fabio Massimo Pallottini, già presidente di Italmercati (Rete italiana dei mercati ortofrutticoli e ittici all’ingrosso) e direttore generale del Car, il Centro Agroalimentare di Roma.
Questa nomina sembra essere l’ultimo e definitivo atto di una vicenda che è salita agli onori della cronaca 27 anni fa e che ben presto da economica divenne anche giudiziaria. Quando infatti Cragnotti, ex presidente della Lazio e di Parmalat, vendette l’azienda casearia a Lactalis e con essa la Centrale – che nel frattempo aveva acquistato – infranse una clausola contrattuale di non rivendibilità dell’impianto.
Cragnotti non avrebbe potuto vendere la centrale entro i 5 anni dall’acquisto. Tuttavia lo fece. E da qui prese il via una serie di vicissitudini giudiziarie che ancora oggi continuano, poiché rimane appeso in Cassazione un ultimo ricorso di Lactalis.
In una stagione economicamente molto complessa e in un settore, quello caseario, che vede i prezzi del latte ai minimi storici, la sfida della Centrale del Latte di Roma – che dal 2024 interromperà la produzione a marchio Parmalat – è ancora più ardua. L’obiettivo è quello di riportare “il latte dei romani” ad essere nuovamente se stesso.